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L’Ue contro la Polonia: «Le decisioni si applicano»

L’Ue contro la Polonia: «Le decisioni si applicano»Il primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki – Ap

Ricollocamenti dei migranti Tra Bruxelles e Varsavia sta per aprirsi un altro fronte di scontro. Al centro, questa volta, ci sono le modifiche al Patto immigrazione e asilo approvate dall’ultimo Consiglio Ue del […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 5 luglio 2023

Tra Bruxelles e Varsavia sta per aprirsi un altro fronte di scontro. Al centro, questa volta, ci sono le modifiche al Patto immigrazione e asilo approvate dall’ultimo Consiglio Ue del 29 giugno scorso e che sia la Polonia che l’Ungheria hanno cercato di bloccare chiedendo senza successo un voto all’unanimità da parte dei 27 leader. A non piacere, in particolare, è la cosiddetta solidarietà obbligatoria che prevede la distribuzione dei migranti tra gli Stati membri o, in alternativa, il pagamento per i paesi che non accolgono, di 20 mila euro per ogni mancato ricollocamento. Misure contro le quali già al termine del Consiglio, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha annunciato di voler indire un referendum.

Una possibilità che non sembra però impensierire più di tanto le istituzioni europee, che ieri hanno risposto in maniera piuttosto ruvida a Morawiecki: «Abbiamo tutti gli strumenti per far applicare la legislazione una volta che sarà approvata», ha spiegato Eric Mamer, portavoce capo della Commissione Ue. «Noi non commentiamo un possibile futuro referendum in uno Stato membro – ha proseguito Mamer – ma insistiamo sul fatto che c’è un processo democratico per adottare la legislazione europea, e una volta che le leggi sono adottate entrano in vigore, punto».

Anche se la richiesta del referendum non è ancora stata formalizzata, da parte del partito al governo Diritto e giustizia (PiS) ci sarebbe la volontà di utilizzare la propaganda anti migranti anche per fini elettorali. A ottobre la Polonia andrà infatti al voto per eleggere il nuovo parlamento e i sondaggi danno tutte le opposizioni in risalita: dalla Piattaforma civica, formazione di centrodestra guidata dell’ex presidente del consiglio Ue Donald Tusk, ai partiti di sinistra pronti perfino a dar vita a un’alleanza in chiave anti PiS. L’idea del governo sarebbe quindi quella di unire il voto politico a quello per il referendum mobilitando così l’elettorato contrario ad accogliere i migranti.

I progetti di Morawiecki rischiano adesso di infrangersi contro la determinazione di Bruxelles che potrebbe aprire una nuova procedura di infrazione nei confronti della Polonia che va dalla richiesta di spiegare i motivi che hanno portato alla mancata o insufficiente applicazione delle legislazione, al ricorso alla Corte di Giustizia europea e, in caso di mancata esecuzione di una sentenza della Corte, alla decisione di infliggere multe periodiche finché Varsavia non deciderà di mettersi in regola.

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