Che la guerra in Ucraina si allunga non è più solo una previsione pessimistica, da un lato e dall’altro si confida nei mesi a venire per sopraffare il nemico. Il capo dell’intelligence militare ucraina (Gru), Kyrylo Budanov, ieri l’ha detto chiaramente in un’intervista con l’emittente americana Abc News: «l’Ucraina sta pianificando una grande offensiva per la primavera» e marzo potrebbe essere «il mese più caldo». Nella stessa intervista Budanov ha spiegato che «probabilmente» si verificheranno altri attacchi all’interno del territorio russo. Quest’ultima affermazione è particolarmente degna di nota perché il governo ucraino non ha mai rivendicato direttamente i bombardamenti oltre le proprie frontiere. L’azione più eclatante è senza dubbio quella del 26 dicembre scorso alla base dell’aeronautica di Engels, ben 800 chilometri all’interno dello sterminato territorio russo. Kiev non ha ammesso il proprio coinvolgimento neanche in quest’operazione e, tuttavia, Budanov ha riconosciuto di essere stato «contento di vederlo».

L’ATTEGGIAMENTO del capo del Gru ricalca esattamente quello del resto dell’amministrazione ucraina negli ultimi mesi, ovvero nessuna ammissione di colpevolezza ma molti commenti soddisfatti e apertamente sarcastici. D’altronde, tale ambiguità vale solo per gli obiettivi fuori dal territorio ucraino, per gli altri «possiamo usare qualsiasi arma a nostra disposizione» ha chiarito Budanov, specificando che la Crimea non fa eccezione.
Eppure la penisola è di fatto amministrata dalla Russia dal 2014 e fino al 24 febbraio dell’anno scorso sembrava che neanche gli ucraini stessi credessero al suo ritorno sotto la giurisdizione di Kiev. Ora, però, la Crimea è al centro di ogni discorso sulle rivendicazioni ucraine e ogni volta che vengono indicati gli obiettivi della «vittoria» si parla del recupero dell’integrità territoriale dell’Ucraina, «Crimea compresa».

IERI, INFATTI, Sebastopoli è stata colpita di nuovo. L’attacco è stato lanciato alle prime luci dell’alba e gli obiettivi sarebbero stati almeno due: il porto (sede della flotta militare russa del Mar nero) e l’aeroporto di Belbek, a poca distanza. Si noti che secondo il Gru, la Russia avrebbe fatto arrivare nuovi rinforzi nella zona settentrionale della Crimea e starebbe costruendo linee fortificate sia in quel quadrante sia nella zona di Kherson est.
Ma se Kiev spera nei prossimi mesi di ricacciare l’invasore oltre il confine, Mosca non sembra avere particolare fretta. Putin l’aveva detto alla fine dell’anno «la guerra continuerà finché tutti gli obiettivi non saranno raggiunti». Il punto è che questi obiettivi non sono mai chiari: c’è chi giura che il Cremlino voglia spingersi ancora fino a Odessa e tagliare completamente l’accesso al Mar nero alla controparte, chi parla di una nuova offensiva imminente da est e dalla Bielorussia fino alle porte di Kiev. Di contro c’è chi identifica nei territori del Donbass, in Zaporizhzhia, Kherson e (ovviamente) la Crimea, le zone d’interesse dello Stato maggiore russo. Al momento è difficile fare chiarezza, anche perché gli ucraini continuano ad attaccare. Ieri la città di Vasilyevka, nella regione occupata di Zaporizhzhia, sarebbe stata bombardata dall’artiglieria di Kiev. Secondo l’agenzia Ria novosti, che cita il governatore filo-russo Yevhen Balitsky, il bilancio sarebbe di 5 morti e 15 feriti. Le fonti ucraine non hanno confermato ma, in serata hanno diffuso la notizia di un attacco a poca distanza, nella cittadina occupata di Tokmak, il 3 gennaio. Secondo Kiev 80 soldati russi sarebbero rimasti uccisi.

INTANTO PUTIN continua a fare sfoggio di potenza militare. Ieri è stata varata una fregata della marina militare russa, chiamata «Admiral Gorshkov» equipaggiata con missili ipersonici «Zirkon» che, secondo il presidente stesso «proteggeranno da minacce esterne».
Tra i due belligeranti chi gode dall’inizio della guerra è senz’altro il presidente turco Erdogan che è riuscito a risollevare la sua immagine a livello internazionale e a distrarre i suoi concittadini dall’inflazione devastante. Ieri, per l’ennesima volta, Erdogan avrebbe tenuto colloqui telefonici separati con i due leader in guerra ma al momento di scrivere non ne sono stati diffusi i dettagli.