Mimmo Lucano, lei ha detto che aspetta Aboubakar Soumahoro a Riace. Ormai è rimasto quasi l’unico a difenderlo. Perché? Perchè c’è un sentimento che in me è fortissimo e si chiama riconoscenza. Io mi ricordo il 6 ottobre 2018, il giorno del corteo di solidarietà verso di me. Io lo osservavo dalla finestra di casa, ero ai domiciliari. Abou lo vedevo in testa al cordone del ‘popolo nero’, centinaia di braccianti che affollavano la Piana di Gioia Tauro. Negli anni avevo assistito quei migranti del Ciad, dell’Eritrea, del Sudan, del Ghana, che affollavano le baraccopoli di san Ferdinando e Rosarno...