Alleanze e candidati, il dibattito nel M5S crea tensioni col Pd
Non c'è campo Il confronto verso l’assemblea costituente stressa la coalizione. I leader in Umbria alla spicciolata per sostenere la civica Proietti
Non c'è campo Il confronto verso l’assemblea costituente stressa la coalizione. I leader in Umbria alla spicciolata per sostenere la civica Proietti
Dentro e fuori dal Movimento 5 Stelle si discute ancora di posizionamento e coalizioni. Questa volta a scatenare il dibattito è Chiara Appendino, che in un’intervista al Fatto si dice contraria a ogni alleanza strutturale con il Pd e rinnega il sostegno ad Andrea Orlando in Liguria. Per Appendino, l’ex ministro del Partito democratico rappresenterebbe un profilo poco «innovativo», qui starebbe la ragione della mancata vittoria. È soprattutto questa seconda affermazione che dà il via alle polemiche: dai dem si fa notare che la scelta di Orlando era stata condivisa sia dai vertici 5S che dagli organismi territoriali. Ma è evidente che questo tipo di esternazioni contribuiscono a scompigliare i giochi della coalizione. Posizione alla quale l’ex sindaca di Torino non è nuova visto che si schierò contro l’alleanza di centrosinistra anche alle ultime elezioni regionali nel suo Piemonte.
PER GLI AMANTI delle formule: siamo oltre lo schema Bettini, che prevede un M5S a presidiare il lato sinistro della coalizione, e anche al di là del modello immaginato da alcuni a sinistra del Pd, con Conte che contribuisce ad aumentare il peso specifico dei temi sociali insieme ad Avs. Quello disegnato da Appendino assomiglia al modello Travaglio che coincide in larga parte con le idee, più legate all’efficacia comunicativa che al posizionamento politico, di Rocco Casalino: il M5S deve muoversi in forma autonoma da ogni coalizione e semmai in un secondo momento seguire il modello dei contratti di governo che diedero vita ai due governi Conte della scorsa legislatura.
MOLTI TRA GLI stessi eletti 5 Stelle, tuttavia, interpretano la presa di posizione di Appendino più nella chiave di dibattito interno e di posizionamento mediano nello scontro tra Grillo e l’ex premier che come annunciazione di una nuova fase nei rapporti dentro l’alleanza. Anche perché, fa notare qualcuno anche per ridimensionare il livello della polemica, la posizione di scegliere caso per caso e sulla base dei contenuti è già l’attuale linea di condotta del Movimento 5 Stelle.
CIÒ NON TOGLIE che l’uscita di Appendino rischi di minare la credibilità dell’alleanza che il 17 e 18 novembre prossimi sfiderà la destra in Emilia Romagna e soprattutto in Umbria, dove la sfida della civica Stefania Proietti alla leghista e presidente uscente Donatella Tesei pare essere destinata a risolversi in un testa a testa. E dove già si è deciso, proprio per enfatizzare la figura di donna al di fuori dei partiti di Proietti, di non celebrare il comizione finale con tutti i leader nazionali insieme sul palco (evento invece previsto per la candidata della destra). Anche se già domani a Terni, città considerata determinante per l’esito del voto umbro, Proietti sarà in piazza con Elly Schlein, con la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde e con la deputata di Avs Betta Piccolotti. «Stiamo cambiando pelle -afferma Todde a proposito della fase nel M5S – È normale che quando si affronta un congresso o un percorso di costituente, prima di fare delle ipotesi di alleanze strutturali si pensi anche a che tipo di identità ci si vuole dare». E Marco Sarracino, deputato e membro della segreteria dem: «La generosità e la disponibilità di Orlando non merita di essere liquidata in un dibattito interno al M5S che rispettiamo e sul quale non entriamo – afferma – Ora dobbiamo concentrarci su Umbria e in Emilia Romagna e sulle regioni che votano l’anno prossimo dove, ricordiamo all’onorevole Appendino, il dialogo per un’alleanza vincente è in fase avanzata».
MA, APPUNTO, nel M5S qualcuno guarda più all’assemblea costituente che alle sfide amministrative. L’evento del Palazzo dei congressi di Roma, si è appreso ieri, si concluderà con la kermesse che i vertici hanno deciso di chiamare con termine astrologico Nova per rappresentare l’immaginario che si vuole futuristico del nuovo corso. Venerdì 8 novembre verrà diffuso il «Documento d’indirizzo» con le decisioni dei 330 sorteggiati per il confronto deliberativo sulle quali si esprimeranno gli iscritti. Dall’esito di questo confronto, forse, usciranno indicazioni più nette circa la politica delle alleanze.
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