Lucano: «Il modello Riace è l’alternativa alla barbarie gialloverde»
Intervista Parla il sindaco, in sciopero della fame, perché «solo il prefetto e il ministero dell’Interno vedano del marcio qui», «i migranti sono una ricchezza e una risorsa»
Intervista Parla il sindaco, in sciopero della fame, perché «solo il prefetto e il ministero dell’Interno vedano del marcio qui», «i migranti sono una ricchezza e una risorsa»
Sindaco Lucano, lei è in sciopero della fame. Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a questo gesto estremo?
Vengo da 2 anni di ingiustizie e prevaricazioni dello Stato contro di me compresa una incredibile e paradossale inchiesta giudiziaria. In questi anni ho molto riflettuto su questo accanimento e mi chiedo perplesso perché mai Wenders abbia scelto proprio Riace come soggetto di un docufilm, perché mai Riace abbia rappresentato l’Italia a Dresda, capitale europea della cultura 2016, perché mai il papa abbia sentito la necessità di scrivermi ed invitarmi in Vaticano. Insomma perché mai tutto questo e perché parrebbe che solo il prefetto e il ministero dell’Interno vedano del marcio a Riace. Me lo chiedo e mi do anche la risposta. Perché il nostro è un modello alternativo alla barbarie che oggi con il governo gialloverde prevale e trova attuazione. Oggi ho accompagnato Abou Soumahoro, (il sindacalista Usb, leader dei raccoglitori africani nelle campagne del sud, ndr) e si è commosso a vedere con i suoi occhi i livelli di integrazione sociale e meticciato culturale che abbiamo realizzato in questi lunghi anni. Rispetto alle amarezze di questi giorni è stata una grande gioia per lui questa visita. E sono molto felice che domani (oggi, ndr) verranno a Riace Luigi de Magistris e Ada Colau, sindaca di Barcellona.
Il ministro Salvini l’ha definita uno «zero». Perché secondo lei?
Ma perché Salvini come tutti i nazionalisti e sovranisti ha tutto l’interesse a denigrare il nostro modello di sviluppo sociale che è la riprova che le loro sono solo fandonie: i migranti sono una ricchezza e una risorsa e non il coacervo di tutti mali come ce li vogliono dipingere. E comunque non mi sono offeso. Io sono uno zero perché sono e vivo tra gli ultimi e anche da un punto di vista economico vivo in povertà se pensi che lo stipendio che Di Maio versa a un suo consulente al ministero, 70mila euro, corrisponde alla mia indennità in 5 anni. Comunque la storia di Riace è una storia di riscatto partendo dagli ultimi, dai dannati, è una storia di sinistra, vicina a Impastato, ai libertari, a una sinistra senza dogmi, una sinistra eterodossa che mette l’umanità al centro di tutto. È chiaro che i reazionari, gli ultranazionalisti di tutto il mondo, coloro che chiudono i porti, ergono muri ed alzano barriere ci vedono come fumo negli occhi.
Da qualche anno è in corso, a suo dire, un «boicottaggio» del sistema Riace. Cosa è cambiato con questo nuovo governo?
Poco o niente nel senso che il ministro Minniti aveva già provveduto a ostacolare in tutti i modi il nostro lavoro. Diciamo che c’è una evoluzione normale in continuità con il governo precedente. Vedo invece con favore l’operato del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio che (oggi, ndr) terrà qui a Riace una manifestazione in nostro sostegno.
La settimana scorsa a poche decine di chilometri da Riace, tra Capo Rizzuto e la pineta di Sovereto, un barcone carico di migranti è stato soccorso in mare da turisti e bagnanti. Un gesto in controtendenza rispetto alla narrazione attuale dell’Italia come paese rancoroso e incattivito. Che idea si è fatto della vicenda?
Mi sono fatto l’idea che la Calabria ha questa generosità, è nelle sue corde. Mi ha poi ricordato la storia dello sbarco dei curdi, 20 anni fa, in queste coste da cui tutto è partito. Sono sicuro che la “salvinizzazione” della società in Calabria non ci sarà.
Maiorca, l’isola della Baleari, ha decretato Salvini «persona indesiderata». Lei inviterebbe il ministro a Riace?
Preferisco non rispondere a questa domanda per motivi di opportunità. Dico solo che l’unico sentimento che provo verso di lui è l’indifferenza totale.
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