Le vite dei mapuche contano, ma non per lo Stato cileno. Nulla lo dimostra meglio dello sciopero della fame di 27 prigionieri politici mapuche, tra cui l’autorità spirituale (machi) Celestino Cordova, iniziato più di 80 giorni fa per protestare contro l’assenza di risposte da parte dal governo di Sebastián Piñera. La richiesta dei detenuti, alcuni ancora in attesa di giudizio, è semplice: la possibilità di scontare le pene detentive nelle loro comunità, come previsto dalla Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, ratificata dal Cile nel 2008, e come sollecitato dall’Alto Commissariato Onu per i diritti umani, che, nel contesto della...