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L’«oro» parigino del clan Bongo, rubato al Gabon

L’«oro» parigino del clan Bongo, rubato al GabonUn poster di Ali Bongo – Ap

Putsch africani Ali e il defunto padre Omar hanno miliardi di euro di proprietà immobiliari in Francia

Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 settembre 2023

La fine dei Bongo al potere in Gabon potrebbe accelerare i guai giudiziari che il potente clan gabonese trascina nei tribunali francesi dal 2007. Con la fine del suo potere, Ali Bongo perde l’immunità da capo di Stato e potrebbe aprirsi la stagione dei processi.

16 anni fa, tre organizzazioni non governative francesi presentarono al tribunale di Parigi una denuncia per corruzione, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro contro l’allora presidente del Gabon, Omar Bongo, morto due anni dopo, e altri “dinosauri” africani dediti alla cleptocrazia. Da quella denuncia, e da altre, nacque nel 2010 il processo “Bien mal acquis”, che ha portato anche a condanne eccellenti come quella del vicepresidente della Guinea Equatoriale, Teodorin Nguema, che oggi in Francia rischia l’arresto.

IL DEFUNTO Omar Bongo, che ha regnato sul Gabon per 41 anni, aveva non meno di undici indirizzi a Parigi, tutti nei quartieri a più alto valore immobiliare: durante l’epoca d’oro della Françafrique, Omar Bongo ha moltiplicato le acquisizioni di beni e immobili in Francia, beni acquisiti illecitamente e lasciati in eredità ai suoi numerosi figli, 53 eredi frutto di 3 diversi matrimoni e decine di relazioni. Nel 2008 il quotidiano Le Monde ha quantificato la fortuna dell’ex-capo di stato del Gabon in Francia: 33 immobili tra appartamenti e ville solo a Parigi, altri 11 in Costa Azzurra, per un valore complessivo non inferiore a 150 milioni di euro. Non è mai stato chiarito invece il valore dell’eredità, stimata tra i 500 milioni e i 3 miliardi di euro.

Nel 2009 Edith, figlia del presidente congolese Denis Sassou Nguesso e terza moglie di Omar Bongo, è stata indagata nel Principato di Monaco per aver fatto da prestanome presso diversi istituti bancari per conto del marito e del padre. Il clan Bongo ha depredato tutti i settori economici del Paese utilizzando una holding, Delta Synergie, definita da Mediapart «la scatola nera» dell’economia gabonese, con partecipazioni nei settori assicurativo, bancario, edile, immobiliare, dell’agroindustria, dell’agricoltura delle materie prime,oil&gas, lavorazione del legname, trasporti e molto altro.

IL FIGLIO DI OMAR che glu è succeduto al potere, Ali, nato Alain, ha mantenuto un profilo più basso: in Francia ha intestate solo tre automobili (Ferrari, Mercedes e Porsche, 335.000 euro il valore complessivo), ma secondo una sentenza della Corte d’Appello di Parigi del febbraio 2022 l’enorme fortuna dei Bongo arriva «da soldi provenienti da malversazioni di fondi pubblici e da ingenti somme di denaro provenienti dalla corruzione delle compagnie petrolifere» francesi, come TotalEnergies. Nel 2010 lo stato gabonese acquistò per la cifra record di 98 milioni di euro un palazzo realizzato ai primi del Settecento, l’hotel particulier Soyecourt, monumento storico dal 1926 e acquistato, a beneficio esclusivo di Ali Bongo, dal nobile imprenditore Philippe Pozzo di Borgo. 5.400 metri quadri alle spalle del Musée d’Orsay, acquistati ufficialmente a beneficio dell’ambasciata gabonese a Parigi. La giustizia francese ha sequestrato ben 13 immobili riconducibili direttamente all’ormai ex-presidente, Ali Bongo, dieci di questi a Parigi e tre a Nizza.

A MAGGIO 2021 la banca BpnParibas è stata incriminata dalla procura di Parigi per aver facilitato «corruzione, riciclaggio e appropriazione indebita di fondi pubblici» ai Bongo. Un’ordinanza del tribunale di Parigi del 2022 stima le proprietà parigine dei Bongo in 85 milioni di euro, calcolo tuttavia effettuato sui valori di acquisto: molte proprietà sono state comprate negli anni Settanta, quando i prezzi dei terreni a Parigi non erano ancora quelli di oggi.

AD APRILE 2023 un magistrato francese, Dominique Blanc, ha indagato prima quattro figli del defunto presidente (Grace, Betty, Arthur e Hermine), aggiungendone altri cinque tra giugno e luglio (la primogenita Pascaline, la “figlia cara” del patriarca Bongo, ex-capo di gabinetto del padre, Ali, Omar Denis jr, nipote anche di Sassou Nguesso, Jeanne Matoua e Joseph Matoua), tutti accusati di «occultamento e appropriazione indebita di fondi pubblici, corruzione attiva e passiva, riciclaggio e abuso di patrimonio aziendale». La procura di Parigi sospetta che il clan abbia beneficiato «consapevolmente» dell’ingente patrimonio immobiliare costituito fraudolentemente dal patriarca Omar: tutto il clan Bongo ha beneficiato di quei beni, acquistati grazie a diversi intermediari.
Per questo, nel corso degli anni, sono stati indagati altri 14 individui, tra cui alcuni membri della famiglia del presidente congolese Sassou Nguesso e diversi cittadini francesi, tra cui un avvocato, un notaio e un amministratore di una società immobiliare.

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