I lavori a Maspero procedono e il quartiere del Cairo sta cambiando faccia. Le demolizioni, iniziate nel 2018, hanno fatto piazza pulita di edifici storici e simboli della storia novecentesca della capitale egiziana. In Via 26 Luglio l’antico negozi di orologi (111 anni di vita), fondato dal bulgaro ebreo Solomon Hinhayat, è scomparso.

AL POSTO DI QUELLO che i media egiziani continuano a descrivere un quartiere-slum, sta sorgendo un hub residenziale e turistico di lusso, alla cui progettazione prendono parte studi di architetti di fama mondiale. E il destino delle 4mila famiglie che ci vivevano, in abitazioni che spesso si sono costruite da sole nel secolo scorso, prende forma.

A metà agosto il ministero della casa e dell’urbanistica ha dato loro diverse opzioni: compensazione finanziaria per lo sfratto, trasferimento ad Asmarat (quartiere nuovo di zecca tra Il Cairo e New Cairo: circa 20mila appartamenti costruiti da compagnie legate all’esercito, un enorme dormitorio slegato dalla città, senza servizi, spazi verdi o luoghi di ritrovo) o la possibilità di restare nelle case ancora non demolite fino al momento in cui saranno costretti ad andarsene. Secondo la stampa egiziana, l’80% ha scelto la prima opzione, il 10% il trasferimento ad Asmarat.

Ma c’è anche una quarta opzione: acquistare un’unità abitativa nel nuovo Maspero Triangle, in due degli edifici già pronti (486 appartamenti l’uno). Non è così semplice: secondo un’inchiesta dell’agenzia indipendente egiziana Mada Masr, alle famiglie sono stati presentati costi folli per le loro tasche. Sia per acquistare sia per coprire le spese degli allacci di acqua, gas ed elettricità.

UN MESE di tempo per pagare. La notifica di pagamento è arrivata a 930 famiglie la scorsa settimana: 13.500 sterline egiziane (705 euro), a cui ne vanno aggiunte 25mila (1.305 euro) come deposito per le case con due stanze o 31mila (1.620 euro) per un appartamento con tre stanze.

Le famiglie saranno poi tenute a versare la differenza tra il valore della loro vecchia casa e quello della nuova: si va da 400mila sterline a 700mila (tra 21mila e 36.500 euro). Prezzi inarrivabili per la classe bassa e media, in un paese in cui il salario minimo ruota intorno ai 200 euro mensili e dove il 60% della popolazione vive sotto o di poco sopra la soglia di povertà.

L’obiettivo è quello denunciato da tempo dal quartiere: l’allontanamento dei poveri per far spazio ai ricchi. A negoziare con il governo è al momento il comitato di quartiere «Association of Youth and Residents of the Maspero Area». Ma le difficoltà sembrano difficilmente superabili: secondo le autorità, i prezzi richiesti sono più che onesti, appena il 7% – dicono – del reale valore degli appartamenti.

IL PROGETTO di trasformazione di Maspero non è un’eccezione: l’ultimo decennio, quello del governo al-Sisi, è stato caratterizzato da investimenti senza precedenti in mega infrastrutture residenziali, turistiche e urbanistiche: dalla nuova capitale New Cairo all’allargamento del Canale di Suez, il governo egiziano sta spendendo decine di miliardi di dollari per cambiare il volto del paese.

E della natura sociale dei suoi quartieri più antichi: la sostituzione delle classi povere con l’élite procede spedita, seppure non siano pochi i casi di resistenza allo sgombero. L’isola dei pescatori di Warraq, sul Nilo, ne è un esempio: due settimane fa le ultime proteste contro sgomberi e demolizioni, almeno ventitré i manifestanti arrestati.