Lo stallo tedesco gela Macron e la Ue
Germania La crisi politica a Berlino è una doccia fredda per l'Unione europea e le riforme in preparazione. Il Consiglio di dicembre rischia di andare a vuoto e il vertice della zona euro di saltare. Influenza negativa anche sui negoziati Brexit
Germania La crisi politica a Berlino è una doccia fredda per l'Unione europea e le riforme in preparazione. Il Consiglio di dicembre rischia di andare a vuoto e il vertice della zona euro di saltare. Influenza negativa anche sui negoziati Brexit
L’Eliseo ha reagito già ieri mattina. Di fronte al fallimento di Angela Merkel nelle trattative per formare un nuovo governo e all’abbandono dei liberali, un comunicato della presidenza della Repubblica ha ricordato che la Francia auspica che la Germania resti un partner «stabile e forte», per «andare avanti assieme» nell’obiettivo di «rafforzare un progetto europeo ambizioso». Emmanuel Macron ha espresso l’inquietudine che si sta diffondendo in tutta Europa, aggravata dal fatto che l’accordo di governo a Berlino è naufragato su due temi che sono al centro dei problemi europei: l’ambiente e i migranti.
Crisi dell’euro, crisi dei debiti pubblici, attentati terroristici, crisi dei rifugiati, Brexit, Catalogna, e adesso l’instabilità nella principale economia europea arriva come una doccia fredda sulla speranza di poter rilanciare il progetto europeo. Sul tavolo c’è la difesa comune e il consolidamento della zona euro, con l’ipotesi di un bilancio specifico e la creazione di un Fondo monetario europeo. Il tempo stringe, perché dopo l’estate del prossimo anno comincia la campagna per le europee del 2019 e non ci sarà più tempo per grandi decisioni. Ieri e oggi, del resto, Macron ha ricevuto i presidenti dell’Assemblea e del Senato e i rappresentanti di tutti i partiti politici, per consultazioni sulle elezioni europee: il presidente vorrebbe una sola circoscrizione nazionale al posto delle otto in vigore dal 2004 e tasta il terreno per proporre ai partner europei la costituzione di liste elettorali transnazionali, per occupare i 73 seggi lasciati liberi dagli eurodeputati britannici. Quest’ultimo progetto fa parte dell’iniziativa più generale di rilancio della Ue, che però rischia di naufragare ancora prima di nascere sugli scogli dell’incertezza tedesca, con un governo che non può fare altro che gestire gli affari correnti senza prendere iniziative importanti, con un’attesa che potrebbe durare, se le nuove consultazioni a cui ha invitato il presidente Frank-Walter Steinmeier non andranno in porto e non si potranno evitare nuove elezioni.
Già domenica sera, Macron ha telefonato a Angela Merkel. «Non è nel nostro interesse che la situazione si irrigidisca» ha detto alla cancelliera il presidente francese. Macron, in altri termini, si sente solo, con dei paesi dell’est (Polonia e Ungheria) sempre più euroscettici e ostili, il sud instabile (Spagna e, in prospettiva, Italia) e l’alleato di ferro, la Germania, entrato in una zona di turbolenze.
A Bruxelles l’analisi è la stessa. Intanto, è ormai certo che la Germania non avrà un governo entro metà dicembre: il Consiglio europeo, che si tiene il 14 e 15 dicembre, rischia così di essere un appuntamento vuoto, che non potrà andare oltre la routine. Addirittura, era previsto un vertice speciale per la zona euro, che molto probabilmente salterà. L’assenza tedesca avrà anche influenza sull’evoluzione dei negoziati con Londra, che già si stanno trascinando tra le difficoltà.
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