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Lo sbarco al D-Day di Zelensky: «Putin nemico comune come Hitler»

Lo sbarco al D-Day di Zelensky: «Putin  nemico comune come Hitler»L'incontro tra Zelensky e Biden ieri in Francia – Ap

La guerra più lunga Incassa le scuse di Biden per il ritardo nella consegna delle armi. E sprona l’Ue senza più pace a fare di più. Macron invia i Mirage, ma i tempi saranno lunghi. Il consigliere Usa per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ammette che «l’avanzata russa persiste», ma ritiene che l’Ucraina possa «tenere» quest’anno. Il contrattacco nel 2025. Il presidente ucraino invitato d’onore all’Assemblée nationale. Prosegue la marcia di adesione all’Ue

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 8 giugno 2024

Quanto durerà ancora la guerra in Ucraina, iniziata con l’aggressione russa del 22 febbraio di tre anni fa? Le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario del D-Day si sono concluse ieri, dopo tre giorni di appuntamenti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invitato d’onore, ha proseguito la visita a Parigi, mentre anche Joe Biden è nella capitale francese per un viaggio di stato. Emmanuel Macron ha chiuso il percorso di memoria ieri a Bayeux, prima città liberata in Francia, in una cerimonia dove è stato letto il discorso di Charles De Gaulle capo della Francia Libera del 14 giugno 1944.

LA MATTINA, ZELENSKY è stato invitato – non senza polemiche da parte dell’opposizione – all’Assemblée nationale (è la seconda volta, la prima nel 2022, il 24 febbraio, due giorni dopo l’invasione russa, ma allora era in video).
«L’Europa non è più un continente di pace» dice Zelensky (dimenticando i Balcani): «Di nuovo in Europa ci sono città interamente distrutte e villaggi incendiati, di nuovo in Europa appaiono campi di filtraggio, di deportazione, di odio». Chiede di fare «di più» per aiutare l’Ucraina. Putin è «un nemico comune e questa guerra può estendersi come 80 anni fa, negli anni ’30 Hitler ha superato linea dopo linea, oggi Putin fa la stessa cosa, senza limiti», e parla di rischi per Polonia, Baltici, Balcani. Ma «l’Europa non gli basta più», dice Zelensky e cita la Siria, il Sahel. Il presidente ucraino, che aspetta il vertice in Svizzera sulla pace il 15-16 giugno (non ci saranno né Russia né Cina), spera di «riavvicinarsi alla fine giusta della guerra».

Per il momento siamo al para bellum. Il consigliere degli Stati uniti per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha ammesso che «l’avanzata russa persiste», ma ritiene che l’Ucraina possa «tenere» quest’anno, mentre il contrattacco sarà per il 2025.

TEMPI LUNGHI, quindi. Ieri, dalla Francia Joe Biden ha presentato scuse pubbliche all’Ucraina – è la prima volta – per i ritardi dell’aiuto statunitense.

Non sono scuse a mani vuote: il presidente statunitense ha annunciato 225 milioni di dollari di aiuti e il Pentagono ha precisato i dettagli (missili antiaerei, munizioni, obici, mortai, veicoli leggeri, materiale per la visione notturna, pezzi di ricambio).

Emmanuel Macron, a due giorni dal voto delle europee che si annuncia problematico per il partito del presidente Renaissance, ha confermato ieri l’impegno preso alla vigilia, nell’intervista serale a reti (quasi) unificate: la Francia si prepara a consegnare all’Ucraina dei Mirage 2000-5, vecchi apparecchi di difesa aerea (concorrenti degli F-16, promessi a Kiev da vari stati, Belgio in testa) che dovrebbero servire per bloccare i droni russi. Sono di produzione Dassault. L’Armée de l’Air ne ha solo 26.

MACRON NON HA PRECISATO quanti ne verranno inviati. Secondo il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, la consegna «non lede gli standard di difesa francesi». Bisognerà quindi recuperare i Mirage in Qatar, in Grecia (che ha già comprato dei nuovi Rafale), negli Emirates. Ci vorranno 5-6 mesi, anche di più se si tiene conto dei tempi di formazione dei piloti (alcuni sono già in corso, ma Macron si è impegnato per 4500 soldati ucraini addestrati dai francesi). Inoltre, ieri la Germania ha annunciato un contratto firmato con l’azienda bellica franco-tedesca KNDS, che dovrebbe aprire un impianto in Ucraina per la produzione di munizioni.

I Mirage hanno subito suscitato polemiche in Francia nelle opposizioni. «Giochi pericolosi» denunciati da Jordan Bardella all’estrema destra. Per La France Insoumise, Parigi «non ha i mezzi» per addestrare i militari ucraini, mentre il Pcf teme «la terza guerra mondiale». Macron ha centrato la campagna per le europee sulla guerra in Ucraina, ma i cittadini francesi si mettono questo tema solo al decimo posto delle preoccupazioni, molto indietro dopo il potere d’acquisto, l’immigrazione, il problema della casa, della salute, della scuola ecc.

La Russia, che continua con gli attacchi cyber a ridosso del voto europeo (ieri, false notizie sul sito hackerato del settimanale Le Point), ha accusato la Francia «pronta a partecipare direttamente al conflitto».

INTANTO LA MARCIA DI UCRAINA e Moldavia verso l’adesione alla Ue prosegue. Una maggioranza di paesi hanno chiesto alla presidenza del Consiglio di turno, il Belgio, di organizzare la conferenza intergovernativa Ue-Ucraina entro fine giugno (da luglio la presidenza passa all’Ungheria, paese ostile, che minaccia di mettere il veto all’apertura dei negoziati). La Commissione ha reso noto ieri che Ucraina e Moldavia hanno rispettato tutte le condizioni preventive per l’eventuale apertura dei negoziati di adesione. Una decisione dovrà essere presa al Consiglio europeo del 26-27 giugno.

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