I servizi pubblici per la salute mentale sono ridotti all’osso, lo psicologo nelle scuole è un’utopia, per non parlare delle carceri, dove le malattie psichiche sono le forme patologiche più comuni e meno curate. Eppure c’è il boom degli psicologi online, che si fanno largo a colpi di battage pubblicitario. Con l’avvicinarsi del 10 ottobre, giornata mondiale dedicata alla Salute mentale, si moltiplicano studi e appelli che lanciano l’allarme per quello che si prospetta come il problema sanitario del secolo. Ma basterebbe un’unica notizia a dare il polso della situazione: Serenis, una delle più grandi piattaforme di psicoterapia online, entra in X Factor 2023, diventandone Official partner.

L’obiettivo dichiarato è quello di «promuovere la cura del benessere mentale», a cominciare da quello degli artisti che parteciperanno al talent show musicale, con l’intento di prepararli ad «accogliere i giudizi e gestire la futura notorietà dovuta dal programma». Problema futile, verrebbe da pensare, ma si sottovaluterebbe l’importanza simbolica dell’operazione, che potrebbe aiutare a combattere lo stigma verso i pazienti psichiatrici e l’imbarazzo nel chiedere aiuto psicologico. D’altronde, come precisa EuroHealthNet, mentre a tutti i livelli cresce la consapevolezza dell’importanza della salute mentale, «la sua comprensione non è necessariamente accurata, completa o equilibrata». Da qui, il fiorire di piattaforme online che promettono un efficace aiuto psicologico tra le mura rassicuranti della propria casa. E non è detto che non funzionino.

Secondo l’Oms, il 13% della popolazione mondiale soffre di problemi psichici. Il più comune disturbo è l’ansia (31%), che in Italia interessa quasi 2,5 milioni di persone. Ma prima ancora del lockdown da Covid si segnalava l’aumento dei disagi soprattutto negli adolescenti – sempre più giovani -, gli episodi di autolesionismo e i tentativi di suicidio. Secondo il Rapporto Salute mentale 2022, in Italia nel 2021 quasi 800 mila persone hanno usufruito dei servizi pubblici di salute mentale, quasi il 7% in più rispetto al 2020. Cresce (37 mila in più) anche il numero di chi è entrato in contatto per la prima volta con i Dsm del territorio. A fronte di questi dati – 800 mila euro è l’incremento del valore delle prestazioni erogate, e il personale cresce solo del 3,3% – diminuiscono ancora le strutture e i servizi pubblici ad hoc.

L’Italia infatti si colloca agli ultimi posti in Europa per la quota dedicata alla salute mentale: circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva, a fronte del 10% nei principali Paesi europei ad alto reddito. In un appello di qualche mese fa anche i Dipartimenti della salute mentale chiesero di destinare «al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi aggiuntivi rispetto ai 4 miliardi di euro attuali, per raggiungere l’obiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale».

Ieri in commissione Affari sociali il presidente della Fnomceo Filippo Anelli ha ribadito l’urgenza di istituire la figura dello psicologo di base, da affiancare al medico di famiglia nelle tanto promesse Case di Comunità. Nell’attesa di vederle realizzate, godiamoci intanto X Factor.