L’Iran vara una nuova stretta su «purezza e velo islamico»
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi – Ap
Internazionale

L’Iran vara una nuova stretta su «purezza e velo islamico»

Iran La legge approvata dal parlamento. Saranno i «guardiani del Nijab» a farla rispettare. Nessun cenno del presidente Raisi ai diritti delle donne nel suo discorso al Palazzo di Vetro
Pubblicato circa un anno faEdizione del 21 settembre 2023

La retorica del regime della Repubblica islamica non è cambiata nel discorso del suo presidente, Ebrahim Raisi, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Le 500 vittime di cui 71 bambini e gli oltre 20mila arresti avvenuti dopo la morte di Mahsa Amini in custodia della polizia morale non hanno trovato nessuno spazio nel discorso di Raisi che ha continuato ad accusare l’Occidente come autore di «un grande complotto» contro il suo paese.

Raisi ha criticato le azioni anti-islamiche e l’apartheid culturale in alcuni paesi occidentali e ha attaccato implicitamente l’arcobaleno sessuale come volesse giustificare le violenze e le privazioni che le minoranze sessuali affrontano nel suo paese. Nessun accenno al famigerato disegno di legge sulla «purezza e l’hijab» (copricapo islamico) che, lo stesso giorno, con un provvedimento d’urgenza, il parlamento iraniano ha approvato per 3 anni in via sperimentale con 152 voti favorevoli e 34 contrari.

La Repubblica islamica considera l’opposizione delle donne all’obbligo del velo come una sorta di «guerra psicologica condotta del nemico». Ali Khamenei, leader del Paese, nel suo ultimo discorso ha chiarito che, oltre alle questioni religiose, il nemico intende creare una crisi utilizzando la questione «genere e donne».

La legge è concepita per segregare uomini e donne nelle aule universitarie, uffici, luoghi pubblici e prevede la costituzione di una nuova forza di sicurezza speciale, i «Guardiani dell’Hijab», per far rispettare le nuove norme. Le donne che le violano nei luoghi pubblici dovranno affrontare multe e le recidive potrebbero andare incontro a pene detentive e persino alla confisca dei passaporti e alla perdita dei diritti civili. La legge impone ai commercianti di impedire l’ingresso delle donne che non osservano il copricapo obbligatorio, pena pesanti multe e persino la chiusura dell’esercizio. Non sono immuni neanche i conducenti dei veicoli privati e pubblici che nel caso in cui una passeggera trasgredisca la legge, verrebbero penalizzati con una pesante pena pecuniaria.

Per mesi le coraggiose ragazze iraniane si sono mostrate senza velo in pubblico. Le autorità, per la maggior parte, avevano ignorato le violazioni per paura di provocare ulteriori disordini. Ma ciò ha causato l’ira degli estremisti del regime che hanno fatto di tutto per evitare la libera scelta degli indumenti delle donne. Le contraddizioni sulla nuova legge all’interno dello stesso parlamento sono state tali che la preparazione della legge è stata affidata ad una commissione di appena 10 persone, invocando l’art. 85 della costituzione che permette al parlamento, in casi importanti e urgenti, di delegare il potere legislativo alle sue commissioni interne.

Sembra che il parlamento abbia approfittato dello stato di terrore creato dai servizi di sicurezza nelle città iraniane, in occasione dell’anniversario delle vittime delle rivolte dell’anno scorso, per giungere infine all’approvazione della legge.

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