Europa

L’intesa possibile tra Ppe e conservatori agita il premier Tusk

L’intesa possibile  tra Ppe e conservatori agita il premier TuskDonald Tusk ricevuto a Kiev da Volodymyr Zelensky – foto Ansa

Verso le elezioni/Polonia Piattaforma civica in leggero vantaggio. Un accordo con il gruppo europeo di Kaczynski (Ecr) rischia di mandare in tilt il governo

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 7 giugno 2024

Le destre polacche sembrano destinate a vincere alle elezioni europee di domenica. Anche se lo spettro di un’eventuale Polexit è davvero lontanissimo, i sondaggi parlano chiaro: ai partiti di destra andranno almeno 40 dei 53 euroseggi a disposizione della Polonia. Ma guai a fare delle 3 destre nel Paese sulla Vistola un fascio.

IL PANORAMA è in realtà più variegato di quanto possa sembrare. Secondo un sondaggio Ipsos per Euronews, i liberali di Piattaforma civica (Po) dell’attuale premier Donald Tusk partono in leggero vantaggio rispetto alla destra populista di Diritto e giustizia (Pis) e dovrebbero aggiudicarsi 19 seggi a Strasburgo, uno in più rispetto al Pis, passato all’opposizione dopo la vittoria risicata del partito di Jarosław Kaczynski alle politiche del 15 ottobre. Il Pis si ritroverebbe con una decina di eurodeputati in meno rispetto alle ultime europee per due ragioni: da un lato la fisiologica perdita di consensi degli ultimi mesi, parzialmente smentita dal risultato di Kaczynski e i suoi alle amministrative di aprile (33,7% dei voti nei consigli regionali); dall’altro, l’ascesa di Konfederacja (Confederazione), formazione euroscettica ed ucrainofoba che dovrebbe superare la soglia di sbarramento del 5%.

Il Pis dovrebbe restare un peso massimo all’interno della casa del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr). Stando agli ultimi sondaggi, la formazione fondata dai gemelli Kaczynski con i suoi 18 seggi, sarebbe seconda soltanto a Fratelli d’Italia nel gruppo Ecr per numero di eurodeputati eletti.

PO INVECE è saldamente affiliata al Partito popolare europeo (Ppe) e Tusk resta un alleato chiave di von der Leyen a Bruxelles. Un’eventuale collaborazione tra Ppe e Ecr all’interno dell’emiciclo europeo potrebbe mandare in tilt la coalizione al potere in Polonia, composta oltre che dai liberali dell’ex presidente del Consiglio europeo, anche dai centristi di Trzecia droga (Terza strada) e dall’alleanza Lewica (Sinistra). È grazie ai loro deputati infatti che Tusk è riuscito a mettere in piedi un esecutivo prima di Natale scorso dopo 8 anni di governi nel segno del Pis. Trzecia droga e Lewica dovrebbero portare al massimo 7 e 4 eurodeputati a Strasburgo, sempre secondo i dati Ipsos. Ma per capire le dinamiche di un eventuale risultato al di sotto delle aspettative da parte della sinistra e dei centristi polacchi, vale la pena osservare i dati di un altro sondaggio condotto dal quotidiano liberale Gazeta Wyborcza su un campione di mille persone: soltanto il 36% degli elettori in età compresa tra i 18 i 39 anni dovrebbe andare alle urne domenica.

È IN QUESTA FASCIA d’età infatti che Lewica e Trzecia droga hanno saputo ritagliarsi negli ultimi mesi un proprio elettorato. L’assenza dal dibattito preelettorale mainstream di argomenti legati ai diritti Lgbt, aborto, ecologia oppure alle politiche di sostegno ai giovani non ha di certo aiutato i partiti alleati di Tusk. Il Po invece ha giocato di anticipo e sfidato sul proprio terreno i sovranisti del Pis scegliendo di cavalcare temi come sicurezza e immigrazione. Il 14 maggio scorso l’attuale esecutivo aveva votato, proprio come Budapest, contro il Patto per l’immigrazione e l’asilo adottato a maggioranza qualificata dal Consiglio Ue. Anche la questione del sostegno militare all’Ucraina, sul quale sembrano convenire tutte le forze politiche, ad eccezione di Konfederacja, è stata incentrata quasi esclusivamente sul tema della difesa dei propri confini.

Il mese scorso Tusk ha annunciato insieme al premier greco Kyriakos Mitsotakis la proposta di costruire uno scudo di difesa aerea finanziato da Bruxelles. Qualche giorno dopo ha anche parlato di un altro scudo, l’East Shield presentato da Varsavia come il più grande investimento sul fronte orientale della Nato dal 1945. La Polonia dovrebbe completare entro il 2028 un costoso sistema di sorveglianza anti-drone e barriere a terra, inserite in un’infrastruttura di difesa regionale cogestita con i Paesi baltici. L’ultima iniziativa del governo in materia, riguarda la creazione di una zona cuscinetto di 200 metri al confine con la Bielorussia dove già esiste un muro anti migranti lungo 186 chilometri di confine tra i due paesi. Tale progetto, che rischia anche di ostacolare le operazioni di soccorso ai migranti da parte delle ong operanti alla frontiera, potrebbe diventare realtà con un decreto ancora prima del voto di domenica.

A TAL PROPOSITO c’è chi è andato alle urne in tre occasioni nel giro di pochi mesi, ecco perché potrebbe subentrare una certa stanchezza tra i cittadini. Eppure, per la prima nella sua storia, in termini di frequenza alle europee, la Polonia potrebbe sfondare il tetto del 50%.

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