Quando durante l’udienza di venerdì scorso il giudice ungherese Joseph Sos ha letto l’indirizzo dove Ilaria Salis sta scontando i suoi arresti domiciliari a Budapest, tutti i presenti hanno subito capito che era sorto un nuovo pericolo per la sicurezza dell’antifascista italiana. In aula, infatti, era tra gli altri presente un gruppo di neonazisti. E così il domicilio è finito sul sito di estrema destra kuruc.info (i kuruc erano i ribelli anti-asburgici del regno d’Ungheria). Si legge nel pezzo uscito ieri: «L’antifascista che ha picchiato in strada ungheresi innocenti ha detto di “temere per la sua incolumità”. Di che? Teme per la sua sicurezza dopo aver bastonato alla cieca persone innocenti ungheresi? Una sfacciataggine senza limiti. Comunque vorremmo offrirle una cosina gradita… Nell’ultima udienza il giudice in aula, a voce alta e ben comprensibile, ha dettato l’indirizzo del domicilio. Noi non avevamo altro da fare che andare in cerca di quest’ultimo e abbiamo avuto successo: eccolo». Segue l’indicazione esatta dell’ubicazione di Ilaria Salis, con tanto di numero civico.

GIÀ LA SETTIMANA scorsa, comunque, quando il giudice Sos aveva incautamente dato lettura del dettaglio, l’ambasciatore italiano a Budapest Manuel Jacoangeli aveva prodotto una nota per esprimere la sua preoccupazione in merito. Ora il livello di guardia si è ulteriormente alzato, alla vigilia del voto europeo che vede Ilaria Salis candidata nelle liste dell’Alleanza verdi sinistra. «Deve essere chiaro a tutti che Ilaria, pur essendo uscita dal carcere, non è libera – ha detto il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni a Brescia, a margine della commemorazione delle vittime della strage di piazza della Loggia -. È ancora detenuta, solo che per sua fortuna non si ritrova più in una cella, e rischia fino a 24 anni di carcere per un reato che nel nostro paese non avrebbe fatto neanche partire il processo. Nonè per niente finita, la battaglia anzi è una battaglia che va condotta fino all’ultimo giorno con tutti gli strumenti necessari affinché venga eletta all’Europarlamento, e la sua elezione sia una cosa per lei importante ma anche per l’Europa che vogliamo».

CON FRATOIANNI c’era anche Roberto Salis, il papà di Ilaria, che tra le altre cose ha anche raccontato una proposta che gli sarebbe stata fatta da un funzionario diplomatico italiano: sua figlia dovrebbe dichiararsi colpevole in modo da ottenere più facilmente l’espulsione in Italia. «Ilaria è innocente – la risposta di Roberto Salis -. Mi domando perché le istituzioni italiane debbano fare l’interesse della magistratura e del governo ungherese. Accettando quella proposta si sarebbe ottenuto solo che l’Ungheria potesse dire di avere ragione e di avere dato una lezione a questi antifascisti che si permettono di venire nel nostro Paese a contestare le nostre manifestazioni del Giorno dell’Onore».

Intanto, a Budapest, la Corte d’Appello ha ridotto a un anno e dieci mesi (dai tre anni del primo grado) la condanna a Tobias Edelhoff, il 29enne tedesco arrestato insieme a Ilaria Salis l’11 febbraio del 2023. Secondo i giudici, Edelhoff non ha partecipato alle aggressioni.