Un miliardo di euro dal governo centrale ai sedici Land per coprire le spese sui migranti da qui alla fine di dicembre. Si chiude con l’offerta “forfettaria” di Olaf Scholz l’atteso vertice Stato-Regioni convocato nella cancelleria federale. Il leader Spd ha barattato così l’iniziale richiesta dei governatori di ricevere 1.000 euro per ogni migrante registrato «in modo da coprire anche i futuri arrivi», mentre ha fatto mettere nero su bianco l’impegno alla digitalizzazione burocratica imprescindibile per snellire le procedure di espulsione.

Sono al centro del piano messo a punto da Scholz per provare a frenare l’aumento degli arrivi che si aggiunge al flusso dei profughi della guerra in Ucraina. Nei primi quattro mesi dell’anno nella Repubblica federale sono state presentate oltre 101.000 domande di asilo, corrispondenti all’aumento del 78% rispetto allo stesso periodo del 2022, come certifica la “Deutsche Welle”.

«Controllare e limitare fortemente l’immigrazione irregolare è la priorità della Germania» sottolinea il cancelliere che – in buona sostanza – vuole limitare la politica di benvenuto solo per gli stranieri funzionali al made in Germany.

Da mesi Scholz lavora per stabilire accordi bilaterali diretti con i Paesi di origine dei migranti. Facilitazioni di ogni genere e tipo per chi vuole venire in Germania a lavorare o frequentare un corso di formazione professionale, in cambio della piena e rapida accettazione di coloro che verranno espulsi da Berlino. Una realpolitik perfettamente allineata con l’annuncio del giro di vite a livello europeo sostenuto in primis dal ministro delle Finanze, Christian Lindner (Fdp), e dalla ministra dell’Interno, Nancy Faeser (Spd).

«Nella pratica la politica di Olaf Scholz si rivela uguale a quella dell’ex ministro dell’interno Horst Seehofer» sintetizza l’associazione “Pro-Asyl” denunciando la spirale delle politiche «sempre più restrittive» della Coalizione Semaforo.