A metà mattina la stazione nord di Chisinau deve essere uno dei luoghi più affollati, confusi e rumorosi della città, e quindi di tutta la Repubblica moldava, fra donne in coda per un autobus con borse a tracolla gonfie di cibo e di vestiti, autisti intenti a strappare i biglietti senza posare il caffè, guardie giurate, facchini, bagarini, venditori di questo e di quell’altro, e un certo numero di uomini che di giorno, a quanto sembra, semplicemente passano di lì. MENO DI DUE ORE d’auto separano questo bazar del trasporto locale dalla frontiera con l’Ucraina. Sono terre del crepuscolo che...