Il custode della biblioteca manfrediana di Faenza, Enrico Bollina, ha lo sguardo desolato e gli stivali infangati. La sala ragazzi è spettrale e vuota, montagne di libri accatastati nel cortile interno. Nella sezione letteratura, sempre al pianterreno, si sono salvati solo i volumi degli scaffali in alto. In tutto circa 10 mila libri persi, senza parlare dei quotidiani negli scantinati, vecchi anche 40 anni, mentre i testi più preziosi e antichi sono salvi al piano alto. «Io vivo vicino alla biblioteca», spiega il custode, «quella notte ho visto l’acqua arrivare a ondate dal corso Saffi, con un rombo pauroso. Quando ho visto galleggiare un giocattolo mi sono messo a piangere» gli tornano gli occhi rossi, poi continua: «Il giorno dopo, quando mi hanno portato il quotidiano, l’ho stretto a me, e ho pensato… l’emeroteca riparte da oggi».

A Forlì invece il disastro è ancora peggiore: sott’acqua il deposito del seminario in via Lunga, dove sono le cinquecentine, e il deposito di via Asiago, dove si trova l’archivio edilizio del comune insieme ad alcuni fondi storici della biblioteca Saffi e a materiali dei musei civici. Non è ancora chiaro il danno, ma si tratta di migliaia tra incunaboli, cinquecentine, seicentine. Ieri qui si sono radunati volontari che hanno seguito un micro corso di formazione per il trattamento degli incunaboli, poi insieme agli esperti cercheranno di salvare il salvabile di questi pezzi unici al mondo. Sul profilo social del sindaco di Forlì, c’è chi contesta «troppa improvvisazione nella tutela dei beni documentari» visto che la stessa Soprintendenza suggerisce di mettere questi archivi in zone prive di rischi.

Anche a Castelbolognese le acque del Senio hanno inondato il pianterreno e il sotterraneo della biblioteca comunale con gli archivi, i danni sono ancora da quantificare. I volontari tirano fuori per ora tavoli e sedie. Sempre a Castel Bolognese, la Biblioteca anarchica libertaria di Armando Borghi, fondata nel 1916 da giovani anarchici, ha perso circa 5.000 volumi, che si trovavano nello scantinato. «Abbiamo buttato via quelli messi peggio, ora proviamo a ripulire gli altri». Spiega Gianpiero Landi, il responsabile: «Per fortuna gli archivi più preziosi sono salvi nei piani alti». Si ferma e sospira. Poi mostra un volantino: «La prossima domenica doveva esserci un “openday” della Biblioteca, in occasione di una festa paesana, tutto ovviamente è saltato, il paese è in ginocchio. Ma la porta della biblioteca è aperta ogni giorno, chi vuole può venire a pulire i libri dal fango. Facciamo un open day un po’ originale».

Ma non solo libri. A Faenza l’ondata di fango ha spazzato via anche le scuole di musica.

L’Artistation school of Arts è stata sommersa dall’acqua per due volte in un mese, dentro ormai non c’è più niente, le pareti in cartongesso si sono letteralmente sciolte. Tutti gli impianti e gli strumenti musicali sono andati perduti. Dopo la prima alluvione c’era stata una grande solidarietà da tutta Italia, era attiva una sottoscrizione, e stavano per ricominciare le lezioni, con gli allievi ospiti della scuola di musica Sarti, nel centro storico. La seconda alluvione, ben più devastante, ha sommerso anche il centro storico e la stessa scuola Sarti. Nessuno qui sa quando e come ripartire.

Gravi danni anche alla scuola di disegno Tommaso Minardi e al museo di ceramica Carlo Zauli: «Stiamo ancora tirando cose fuori dal fango, la maggior parte di quello che era al piano terra e nella storica cantina delle argille si è rotto. Oltre al valore affettivo, il danno artistico e economico è enorme» racconta desolato Matteo Zauli, che ha fondato insieme alle sorelle, nel 2002 un museo dedicato al padre, famoso ceramista. «Una prima stima è di circa 250 mila euro».

La solidarietà è grande, le raccolte fondi sono già attive e molte città si stanno organizzando per spedire libri. C’è chi però sottolinea una contraddizione: «Vorrei sbagliarmi, ma dalla comunicazione ufficiale del Salone del Libro di Torino non vedo giungere una sola parola sulla calamità che molti e molte stanno patendo e sui danni subiti da tante biblioteche in Romagna» scrive nel suo profilo Giulia Abbate, autrice ed editor indipendente.

Intanto domenica gli attivisti di Extinction Rebellion si sono presentati simbolicamente con i canotti davanti al Salone del Libro di Torino, per denunciare le responsabilità e attirare l’attenzione sull’alluvione che ha devastato la Romagna.