A pochi mesi dall’ingresso di Nso – la compagnia israeliana che produce lo spyware Pegasus – nella lista nera del dipartimento del Commercio degli Stati uniti per la sua agevolazione della «repressione transnazionale» di attivisti, avvocati e giornalisti, l’Fbi conferma al Guardian di essere in possesso di Pegasus, per il quale avrebbe pagato sinora circa 9 milioni di dollari a Nso. L’agenzia giustifica l’acquisto della potente cyber-weapon con «la necessità di stare al passo con tutte le tecnologie emergenti», «non solo per esplorarne gli usi legali ma per combattere il crimine e proteggere sia i cittadini americani che la nostra...