Sotto una torrenziale pioggia i genitori dei 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa hanno manifestato venerdì, come fanno ogni 26 del mese dal settembre 2014. La 95esima marcia mensile per la verità e la giustizia per la sorte degli studenti è stata accompagnata da nuove, tremende, rivelazioni sui fatti di quella notte. Sei dei 43 non arrivarono mai alla discarica di Cocula, come sostenne la “verità storica”, ma in un luogo chiamato Bodega Vieja, nella stessa Iguala, dove sono rimasti in vita per quattro giorni, fino a quando non sono stati consegnati al colonnello José Rodríguez Pérez, allora comandante del 27mo battaglione di fanteria che avrebbe, quindi, dato l’ordine di ucciderli e farli sparire.

È una delle novità sul caso che sono state esposte durante la rituale conferenza stampa giornaliera del presidente Lopez Obrador. A parlare è stato Alejandro Encinas, sottosegretario ai diritti umani, che ha specificato che «le chiamate al numero di emergenza 089 hanno confermato che 6 degli studenti sarebbero stati trattenuti vivi per diversi giorni». Ci sono altri militari coinvolti e di alto rango, come il generale Alejandro Saavedra Hernández, che nel 2014 era comandante della 35ma zona militare, con sede a Chilpancingo (capitale dello stato di Guerrero), e che era a conoscenza di quanto accaduto a Iguala la notte del 26 e la mattina del 27 settembre.

SECONDO IL RAPPORTO della Commissione Verità ci fu azione congiunta tra diverse istituzioni e i Guerreros Unidos che, assieme, e per ordine dell’ex sindaco della città, José Luis Abarca, decisero di dare una «lezione esemplare» agli studenti della combattiva scuola di Ayotzinapa. Tali studenti sarebbero stati seguiti da giorni nei loro spostamenti. La polizia municipale era pronta da giorni a fermare i pullman degli studenti così da dar il via a una sorta di “operazione speciale” coordinata tra autorità statali, municipali, federali, e le forze armate con i Guerreros Unidos a fare la parte dei sicari.

LA RELAZIONE TRA L’EX SINDACO di Iguala e l’esercito è uno dei nodi. Come ricorda Luis Hernandez Navarro su la Jornada «gli stretti legami con l’esercito precedono l’arrivo del colonnello Rodríguez a capo del 27mo battaglione. Il 22 gennaio 2008 è stata posata la prima pietra di Plaza Tamarindos (sorta di centro commerciale, ndr), ambizioso investimento di 300 milioni di pesos, di proprietà di José Luis Abarca». Plaza Tamarindos, costruita in prossimità della base militare su un terreno donato dall’esercito, è il trampolino di lancio della vita politica di Abarca.
Encinas ha aggiunto: «Dicendo che la “verità storica” è stata architettata dai massimi livelli del governo federale diciamo che sono coinvolti tutti coloro che hanno partecipato alle riunioni della presidenza della Repubblica in cui si è parlato del caso».

I GENITORI DEI 43 hanno così gridato la loro rabbia, per le vie dalla capitale ribadendo: «Abbiamo bisogno di prove scientifiche indubitabili sul destino dei nostri figli». Spiegando che l’informativa del governo non spiega dove si trovino. «Ci sono prove tecniche preliminari che devono essere studiate e analizzate con il massimo rigore scientifico perché si consolidino e possano sostenere l’affermazione del governo. Sarà doloroso per le nostre famiglie conoscere del loro destino, soprattutto se sarà senza vita, ma se ci daranno prove obiettive, scientifiche e indubitabili, torneremo a casa a piangerle e a vivere il nostro dolore. Senza certezze la lotta continuerà».