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L’ex parlamentare tunisino Karbai: «Da Meloni un progetto neocoloniale con vecchie ricette»

L’ex parlamentare tunisino Karbai: «Da Meloni un progetto neocoloniale con vecchie ricette»Majdi Karbai al parlamento tunisino

Mediterraneo Arrivato in Italia nel 2009 per motivi di studio, dieci anni dopo è stato eletto parlamentare per la circoscrizione estera. Dopo quello che definisce il «colpo di Stato» di Saied non può più tornare a casa

Pubblicato circa un anno faEdizione del 25 luglio 2023

Mentre alla Farnesina venti rappresentanti dei paesi del Mediterraneo allargato discutevano di immigrazione ed energia con Giorgia Meloni, tra le mura dello spazio sociale romano Spin Time Labs si è svolto un “controvertice” sugli stessi temi organizzato da Mediterranea Saving Humans. A moderare l’incontro, cui hanno partecipato attivisti e rifugiati da numerosi paesi africani, Majdi Karbai. Arrivato in Italia nel 2009 per motivi di studio, dieci anni dopo è stato eletto parlamentare per la circoscrizione estera. Dopo quello che definisce il «colpo di Stato» di Saied non può più tornare a casa.

Come avete valutato la strategia del governo italiano su Mediterraneo e Africa?

Meloni e l’Ue guardano all’immigrazione solo come un problema di sicurezza. Il loro obiettivo è esternalizzare il controllo delle frontiere ai regimi antidemocratici che sono sull’altra sponda. Questa strategia è già stata applicata, con Ben Alì o Gheddafi per esempio. Quando quei regimi sono caduti si è visto che non funzionava niente. Meloni ha uno spirito neocoloniale, ma con proposte già vecchie. Per noi bisogna mettere al centro i diritti di chi fugge da sistemi dispotici, guerra, povertà, catastrofi naturali.

Meloni parla di una «cooperazione non predatoria» con i paesi nordafricani per sostenere il loro sviluppo. Non la convince?

Lei ripete sempre il nome di Enrico Mattei, ma Mattei sosteneva i movimenti di liberazione nazionale in vari paesi africani. Diceva che le popolazioni dovevano ribellarsi. Meloni invece sostiene i regimi dispotici. Il “piano Mattei” esiste solo nella sua testa, il vero obiettivo è lo sfruttamento delle risorse. L’appoggio ai regimi autoritari in Algeria, Tunisia, Libia, Egitto non serve a favorire lo sviluppo, ma a ottenere il controllo delle frontiere. Dei diritti umani in questi paesi non si parla mai.

Il memorandum Ue-Tunisia sta producendo effetti?

Giovedì e venerdì ci sono stati dei rimpatri verso la Tunisia. Questo aspetto potrebbe funzionare. Il resto no, perché se dai soldi a regimi corrotti quelli non finiscono dove dovrebbero. Neanche la cooperazione può fermare le partenze perché in Tunisia c’è qualcosa di profondo che non va.

Cosa?

Un modello economico basato sulla rendita e sulle lobby. La lobby agricola, turistica o quella finanziaria, per esempio. Banche e assicurazioni stanno accumulando guadagni anche in questo momento di crisi. Invece se sei un free lance non puoi lavorare da remoto per aziende estere perché la banca centrale impedisce di ricevere soldi da altri paesi. È un sistema oligarchico e corrotto. Se non cambia non arriverà alcuno sviluppo. È anche una fase in cui la polizia si sta vendicando degli anni successivi alla rivoluzione. Ormai si finisce in galera per nulla. Prima la gente scriveva, prendeva parola, criticava. Adesso non lo fa più nessuno. Hanno tutti paura di ritrovarsi dietro le sbarre.

Alla Farnesina Saied ha parlato di pace, lotta alla povertà, orgoglio africano, lotta alla schiavitù, diritti umani.

Saied dice una cosa e ne fa un altra. Parla di accoglienza e deporta centinaia di migranti ai confini con Algeria e Libia, dove è stata scattata la foto della madre morta con la figlia. Parla di panafricanismo ed è il primo a criticare la presenza di migranti subshariani. Li ha accusati di complotto e sostituzione etnica. Parla di diritti umani ma ci sono decine di prigionieri politici come l’ex ministro della Proprietà statale e degli affari della terra Ghazi Chaouachi, l’attivista Khayam Turki o molti altri.

Lei può tornare in Tunisia?

No, non potrei più uscirne. Nel 2019 sono stato eletto parlamentare con il partito ecologista e di centrosinistra “Corrente democratica”. Dopo il colpo di Stato di Saied del 25 luglio 2021 abbiamo fatto un’assemblea plenaria contro le misure eccezionali. Via zoom e trasmessa pubblicamente. Siamo stati accusati di cospirazione. Il pm che ha ricevuto il caso ha archiviato tutto. Ma poi è stato licenziato con altri 57 giudici. La vicenda è finita nelle mani di un altro magistrato. Un mio ex collega eletto nella circoscrizione francese a giugno scorso è tornato a casa. Quando ha provato a rientrare a Parigi glielo hanno impedito a causa dell’indagine in corso che potrebbe durare molti anni.

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