L’euroscettico AfD vuole fondare il partito europeo dei sovranisti
Europa In gioco il finanziamento pubblico a cui gli estremisti tedeschi si erano sempre detti contrari
Europa In gioco il finanziamento pubblico a cui gli estremisti tedeschi si erano sempre detti contrari
A Mr Brexit, al secolo Nigel Farage, paladino della disintegrazione dell’Ue e nemico della «sovietica Bruxelles» la vita nei palazzi del potere Ue, non dispiaceva per niente. Il fatto che lui come i suoi europarlamentari godessero del denaro pubblico europeo è sempre stato considerato una contraddizione, anche se in fondo faceva parte del gioco: dimostrava che la democrazia non ha paura del dissenso, perfino quello che le pone una minaccia vitale.
Il dilemma del finanziamento pubblico a un partito che contesta apertamente i fondamenti della democrazia si pone con forza ancora maggiore nel caso di Alternativa per la Germania (AfD), formazione più a destra dell’ultradestra che a giugno ha eletto una pattuglia di 14 deputati al parlamento di Strasburgo. Travolto dallo scandalo dopo il rifiuto del suo esponente Maximilian Krah di condannare le SS e le accuse di essere al soldo del Cremlino rivolte anche collega Petr Bystron, il partito tedesco era stato espulso da Identità e democrazia (Id), gruppo europeo guidato da Le Pen e Salvini. Trattato come pariah dalle altre formazioni della destra continentale, ora riorganizzate con l’etichetta orbaniana dei Patrioti, solo in extremis la formazione guidato da Alice Weidel è riuscita a creare un gruppo parlamentare, il più piccolo tra quelli esistenti, che ha preso il nome di Europa delle nazioni sovrane (Ens). Compagni di viaggio, tra gli altri, i superestremisti del polacco Konfederacja e del francese Reconquête.
Ora un’inchiesta dall’emittente pubblica tedesca Ndr, documenta come dirigenti di AfD siano al lavoro per costituire un nuovo partito europeo che possa accedere ai finanziamenti pubblici. Lo stato di preparazione sembra piuttosto avanzato, perché il tempo stringe: per rientrare nella ciclo che parte dal 2025, la richiesta andrà finalizzata entro la fine di settembre. Sappiamo anche che il nuovo partito dovrebbe chiamarsi, come il gruppo, Europa delle nazioni sovrane e che si potrebbero affiliare i partiti nazionali già insieme in Ens ma potenzialmente anche altre formazioni. Dai media tedeschi emerge infatti come si è da poco costituita l’associazione «per il networking e alla cooperazione di organizzazioni… che perseguono obiettivi politici comuni e sostengono il programma politico» del nuovo coordinamento delle estreme destre.
Tutte le famiglie politiche europee, dai popolari alla sinistra, fino ai Conservatori (Ecr) ricevono finanziamenti tramite il loro partito europeo: ai popolari vanno circa 10 milioni di euro l’anno, 7 ai socialisti e via decrescendo in base ai voti ottenuti alla elezioni europee. Si tratta di una linea di finanziamento che serve per attività anche sul territorio, quindi aggiuntiva rispetto a quella dei gruppi parlamentari e proprio per questo molto ambita, a cui i sovranisti di Ens – privi finora di un proprio partito europeo – non hanno ancora accesso.
Nel caso di AfD però il problema di ottenere soldi dall’Ue è duplice. Da un lato i suoi dirigenti si sono più volte espressi contro, in nome dalla necessità di indipendenza dalle odiate istituzioni Ue. C’è poi da chiedersi se è corretto che l’Ue, a sua volta finanziata dai contribuenti e dai governi dei Ventisette, sovvenzioni formazioni che fanno professione di razzismo, xenofobia e non rispettano i diritti fondamentali.
In Germania l’AfD è tenuta sotto stretta osservazione da parte dell’Ufficio per la tutela della Costituzione. A Bruxelles, sulla creazione del nuovo partito dell’ultradestra e sull’ammontare dei soldi pubblici che eventualmente gli spetteranno, l’ultima parola toccherà all’Eurocamera. Che dovrà anche tenere alta la guardia.
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