Commenti

L’Europa dichiara guerra anche all’America latina

L’Europa dichiara guerra anche all’America latinaGabriel Mato al Parlamento Europeo – foto di Christian Creutz

Europa/America Latina Stravolti 10 anni di disgelo: Popolari di destra e Fd’I alla guida di Eurolat, l’assise di parlamentari europei e latinoamericani. Fuori la sinistra, nel silenzio degli altri gruppi

Pubblicato 23 minuti faEdizione del 9 ottobre 2024

Il voto per l’utilizzo delle armi offensive in Russia, i silenzi vergognosi sulla strage quotidiana degli innocenti di Gaza, il doppiopesismo che avalla l’invasione del Libano, Paese sovrano come l’Ucraina, ora è la volta del fronte sud. Il parlamento europeo dispone di strumenti preziosi per sviluppare la diplomazia parlamentare: le delegazioni e le assemblee miste con parlamentari di altre aree del mondo.

Eurolat è l’assemblea composta da parlamentari europei e da parlamentari di Sudamerica, Centroamerica e Caraibi. Una assemblea con una missione delicata: tenere aperto il dialogo con popoli che hanno subito genocidi, colonizzazione, suprematismo bianco, colpi di Stato, embarghi economici di vario genere ed entità, a partire da quello cubano.

Per dieci anni, si è lavorato, con Mogherini e Borrell, ad un lento e faticoso disgelo, soprattutto con le esperienze di democrazia popolare e socialismo caraibico con cui l’etnocentrismo europeo fa tanta fatica a dialogare. In queste ore sta cambiando tutto.
Una svolta a destra che gela le relazioni con le esperienze più vive del sub continente americano. Mentre il Messico di Lopez Obrador e ora della prima donna presidente Claudia Sheinbaum (ha vinto le elezioni con il 60%) reclama le scuse spagnole per la Conquista, per i massacri, direttamente da Re Felipe, l’Europa sceglie la rottura.

Una vera e propria sfida mettere a capo di Eurolat e della Delegazione Ue-Messico due popolari spagnoli di destra, Gabriel Mato e Antonio Lopez-Isturil, entrambi nemici giurati della esperienza di governo del movimento Morena. Città del Messico vuole rinazionalizzare l’energia elettrica e su questo i popolari, e non solo, difendono a spada tratta le prerogative degli investitori stranieri. Una forma contemporanea di colonialismo economico. Completa il quadro la vice presidenza di Eurolat per Carlo Fidanza, Fratelli d’Italia.

Gabriel Mato è critico con il Messico di Morena, condivide le sanzioni a Cuba, ha stigmatizzato apertamente il presidente Lula per il sostegno al Venezuela, ha polemizzato con il presidente colombiano Gustavo Petro perché proveniente dal gruppo guerrigliero M 19, ha apertamente fatto il tifo per i golpisti boliviani, ha partecipato attivamente al tentativo di trasformare i rapporti diplomatici con il Cile in meri rapporti commerciali per l’accaparramento del litio e del rame.

Insomma per le esperienze di governo latino americane non allineate con i dettami neo liberisti occidentali la fine di una qualsivoglia interlocuzione con le istituzioni europee. Un disastro diplomatico vero e proprio.

Ma c’è dell’altro. Fino a giugno 2024 vigeva, nel Parlamento europeo, una sorta di cordone sanitario contro la destra estrema. Ora tutto sembra essere ribaltato. I popolari mettono in campo strategie ed alleanze per tenere lontana da qualsivoglia responsabilità il gruppo della Sinistra.

Con il silenzio più o meno compiacente degli altri gruppi. Grazie al rapporto con la destra, Joao Oliveira di The Left è stato fatto fuori dalla Vice presidenza di Eurolat richiamando proprio le posizioni, non sue ma del gruppo, su Cuba e Venezuela.
Non solo. Nei giorni scorsi è stata impedita la Vice Presidenza della Commissione Droi, quella che si occupa di Diritti umani, a Rima Hassan di France Insoumise deputata di origine palestinese accusata, ovviamente, di antisemitismo.

L’asse di governo di Ursula 2.0 appare chiaro: esperienza a trazione popolare che fa alleanze con la destra dei Conservatori, guidati da Giorgia Meloni, ogni volta che serve.

Ricapitolando: rottura con il mondo slavo per non aver tentano alcuna soluzione diplomatica per contrastare l’invasione russa dell’Ucraina; gelo e rabbia che montano tra gli arabo musulmani di tutto il mondo, Europa compresa, per il vergognoso immobilismo di fronte al massacro del popolo palestinese; e ora una scelta di assetti che di fatto umiliano e ignorano le sensibilità e le esperienze progressiste del Centro e Sudamerica.

Con la Sinistra messa fuori gioco in maniera sistematica.
Un avvio di legislatura che non lascia dubbi sul senso di marcia del nuovo governo europeo.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento