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L’eresia a sinistra di cui c’è bisogno

L’eresia a sinistra di cui c’è bisognoFoto di Aleandro Biagianti

Viva il manifesto Pubblichiamo un lungo elenco di lettere che salutano Norma Rangeri e Tommaso Di Francesco e danno il benvenuto al nuovo direttore, Andrea Fabozzi

Pubblicato più di un anno faEdizione del 29 giugno 2023

La scelta migliore
Carissimi, avete fatto la scelta migliore per garantire che il manifesto continui a essere un elemento di forza essenziale per la sinistra italiana, soprattutto in un momento difficile come quello che attraversiamo. All’amico e compagno Andrea vivissimi auguri e congratulazioni. Un saluto e un ringraziamento a Norma e a Tommaso.
Massimo Villone

Per una sinistra non populista
Caro manifesto, la nomina alla direzione di Andrea Fabozzi è un’ottima notizia: per il giornale, per i lettori, per una sinistra non populista né velleitaria. Auguri sinceri di buon lavoro.
Andrea Pugiotto

Un punto di vista fondato su basi analitiche
Andrea Fabozzi è stato il mio primo contatto, come collaboratore, con il manifesto. Gli ho proposto il primo pezzo nel 2015. Da allora a oggi ne ho scritti quasi 70. Ho iniziato a leggere il manifesto da studente, all’Università. Ero colpito dalla capacità di analisi del mondo, mentre gli altri giornali erano zeppi di “opinionismo”. Ho così cercato di fare la stessa cosa nei miei articoli: mettere le categorie della sociologia, la mia disciplina, al servizio dell’analisi politica. Con un punto di vista, ma sempre fondato su basi analitiche e moderando l’opinionismo. Come nel manifesto che leggevo da studente, molti anni fa. Ho sempre sperato che quella cifra sia stata alla base della fiducia che il nuovo direttore mi ha dato. Non so se sia così e non glielo ho mai chiesto. So però che quella è la qualità preziosa del manifesto, per chi si avvicina all’analisi politica del mondo. E so che Andrea Fabozzi la rappresenterà molto bene. Un forte ringraziamento a Norma Rangeri e a Tommaso Di Francesco. Abbracci e auguri anche a Micaela Bongi e Chiara Cruciati.
Filippo Barbera

La redazione consiglia:
Una passione militante

Ancora un’idea irrequieta ed eretica
Il percorso è avverso ed è pieno di insidie, ma Andrea ha le qualità per portare avanti, insieme alla parte più squisitamente editoriale, l’idea irrequieta ed eretica che sta alla base fondativa del giornale e del gruppo di lettori che in questo si riconoscono o che ritengo necessaria la sua esistenza.
Stefano Musolino

Uno dei pochi luoghi di pensiero critico
Caro Andrea, hai in mano un bene comune assai prezioso di questi tempi. Uno dei pochi luoghi di pensiero critico da preservare con cura. Buon lavoro e un saluto e un ringraziamento sentito e sincero a Norma e Tommaso.
Gaetano Azzariti

Tanti auguri ad Andrea
Caro manifesto, da trentennale collaboratore (senza diritto di voto) faccio tanti auguri a Andrea e al giornale, ricordando i troppi articoli che mi ha piacevolmente estorti e che però sono serviti a rinsaldare la nostra amicizia e l’attaccamento al manifesto.
Peppino Di Lello

Un giornale militante
Auguri di buon lavoro al nuovo direttore del manifesto che riceve il testimone da Norma Rangeri e Tommaso Di Francesco. In questi anni Andrea Fabozzi è stato un giornalista e critico attento e non conformista della vita parlamentare e politica del nostro paese e sono certo continuerà a usare questo metodo nella direzione di un giornale militante e libero come il manifesto.
Federico Fornaro

Dall’editoriale di Norma si capiva…
Quando ho letto l’editoriale con il quale Norma Rangeri ha annunciato di lasciare la direzione del manifesto, ho pensato immediatamente che avrebbe potuto sostituirla Andrea Fabozzi. Così è stato e ne sono contenta. Ottima anche la scelta delle vicedirettrici. Continuerò a leggere il quotidiano (ora con abbonamento online) che mi accompagna da più di cinquant’anni. Sembra che la mia vita sia legata profondamente a quella del manifesto. Buon lavoro!
Patrizia Paci

Di voi c’è tanto bisogno
Auguri al nuovo direttore del manifesto Andrea Fabozzi che ha ricevuto il testimone da Norma Rangeri. Giornalista attento e molto scrupoloso saprà dare linfa ad un giornale di cui c’e’ tanto bisogno per esprimere un punto di vista critico delle vicende italiane.
Luana Zanella

«L’unico giornale che si può leggere»
Avete superato prove difficili Con la direzione di Norma Rangeri e Tommaso di Francesco il manifesto ha superato prove difficili sia all’interno del collettivo del giornale che all’esterno. Non solo per la pandemia ma anche per i «ricatti» cui è sottoposta una stampa indipendente, non incline ai compromessi. Penalizzata, innanzitutto, da una scarsa visibilità mediatica. Paradossale se si pensa all’originalità delle posizioni del giornale e soprattutto dei suoi titoli, questi sì, a volte, riconosciuti. Non è facile dirigere un quotidiano quando la credibilità della stampa precipita, ma è un orgoglio non farsi trascinare nel precipizio. Con Norma e Tommaso, con il loro sostegno, ho lavorato e poi collaborato per molti anni e continuerò a farlo con Andrea Fabozzi che si è assunto l’onore e l’onere di portare alla direzione una nuova generazione di giornalisti militanti, gli stessi che hanno garantito insieme a tutto il collettivo l’uscita del Manifesto negli ultimi anni. Difendere l’originalità politica e giornalistica del Manifesto non sarà facile, ma le minacce della guerra, le intimidazioni alle libertà, le derive autoritarie, ci impongono di lottare per difendere la democrazia con lo strumento dell’informazione. Un dovere rispetto a tutti i lettori che hanno sempre sostenuto il giornale. Spesso, girando per l’Italia, mi avvicinano lettori «da sempre» del Manifesto, «l’unico giornale che si può ancora leggere», dicono. Non possiamo deluderli!
Giuliana Sgrena

La sfida è politica, culturale e tecnologica
Vorrei fare i migliori auguri di buon lavoro al nuovo direttore Andrea Fabozzi, insieme alle neo vice Micaela Bongi e Chiara Cruciati. La frequentazione del giornale mi ha permesso di conoscere le virtù del rinnovato gruppo dirigente, che rappresenta anche visibilmente un cambio generazionale. Quest’ultimo è indispensabile, perché le sfide che un quotidiano come il manifesto ha di fronte a sé sono di lunga durata. È iniziato da tempo il corpo a corpo tra umano e post-umano, intelletto generale e intelligenza artificiale. Di qui si è costretti a passare e ogni rimozione è insidiosa. Va sottolineato che il sito e la versione digitale curati da Matteo Bartocci hanno già dato frutti rilevanti. Tuttavia, la sfida è – insieme- politica, culturale e tecnologica. E proprio la storia straordinaria del quotidiano è in grado di approcciare l’universo crossmediale con la giusta mediana: tra l’enfasi e la rimozione c’è un’impervia ma affascinante terza via. L’eredità della direzione e della condirezione di Norma Rangeri e Tommaso Di Francesco è veramente significativa. L’antica conoscenza (gli anni corrono) costruita con gli ingredienti della stima e dell’amicizia mi hanno dato qualche fremito nel passaggio. Norma è stata equilibrata e forte di uno stile tipico della ditta originaria; Tommaso, bravo e infaticabile, ha tenuto un sistema di relazioni oltre i vecchi consolidati confini. Le parole scritte da Andrea Fabozzi per disegnare il suo esordio come direttore sono convincenti. L’originalità dell’esperienza, concepita in un periodo che ci pare lontano da Luigi Pintor, Valentino Parlato, Rossana Rossanda, Lucio Magri, Luciana Castellina, Lidia Menapace -tra gli altri-, oggi va rimessa in gioco. L’omologazione e il pensiero unico non hanno ancora vinto.
Vincenzo Vita

Il più bel posto al mondo per un giornalista
Per un giornalista non c’è posto più bello al mondo che il manifesto, scrive Andrea Fabozzi che va a dirigere il giornale insieme a Micaela Bongi e Chiara Cruciati. Era quello che pensavo anch’io tanti anni fa quando da giovane leggevo Luigi Pintor, Valentino Parlato, Rossana Rossanda, Luciana Castellina, Tommaso Di Francesco e l’amato Stefano Chiarini che in seguito, come Giuliana Sgrena, diventerà compagno di viaggi e di avventure in tanti teatri di guerra. Penso che ancora oggi questo sia il giornale più bello, sopravvissuto con intelligenza e ironia a mille vicissitudini. Grazie a coloro che lo hanno diretto finora con infinita abnegazione e auguri a voi che iniziate un nuovo viaggio. Il vero viaggio, scriveva Marcel Proust, non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Ed è con questi occhi che racconterete il mondo.
Alberto Negri

Gli «infiniti mondi» da aprire con il manifesto
In questi anni abbiamo sentito forte la vicinanza de il Manifesto alla esperienza di Infinitimondi e siamo grati a Norma Rangeri, a
Tommaso Di Francesco e a tutta la Redazione. Ad Andrea Fabozzi, affetto tutto napoletano, auguri e sostegno. Mi chiedo se non siamo chiamati a provare a mettere in campo, su un terreno che viene ‘prima’ della politica ma che ha un grande valore politico iniziative coraggiose che rilancino lo spazio culturale e partecipativo di una sinistra che non rinuncia ad una ricerca critica e che anzi intende fornire ad essa nuove opportunità di relazioni e di pratiche comuni soprattutto con riferimento al protagonismo delle giovani generazioni , del mondo del lavoro, di quello femminile e femminista.E’ proprio qui che potrebbe tornare l’attualità di quella idea di Pietro Ingrao, lanciata dopo l’89, per un Polo informativo- comunicativo che oggi potrebbe riferirsi ad un quotidiano e, perché no, ad una web tv e ad una web radio, ad un grande archivio audiovisivo, a Centri di ricerca di antica generazione come il CRS e di nuova; a testate storiche come Critica Marxista e a più nuove come Alternative per il socialismo o come alla storica e rinata Critica sociale; a Scuole di politica; a mille esperienze associative, di volontariato, di lotta alle disuguaglianze, di autoproduzione, di consumo critico, di gestione sociale di beni confiscati alla criminalità. L’idea di una pratica nuova e comune che dia a tutti forza e strumenti in più. E allora caro Andrea, quella suggestione di un quotidiano comunista, ‘forma originale della politica’ per come l’hai definita oggi, che animi un pensiero critico, come ha scritto Norma Rangeri e che ambisca a porsi come snodo, come ha scritto Tommaso Di Francesco, di una Fondazione che raccolga tutta la pluralità e la diversità disponibile rappresenterebbe uno dei modi possibili per affrontare la sfida del tempo presente.
Gianfranco Nappi, Infinitimondi

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