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L’eolico agita la Sardegna, due atti di sabotaggio alle pale in pochi giorni

L’eolico agita la Sardegna, due atti di sabotaggio alle pale in pochi giorniPale eoliche in Sardegna – Ansa

Rinnovabili Le azioni nel Nuorese e a Villacidro sono il sintomo di una situazione tesa, frutto di una campagna mediatica che ha assunto toni molto aspri e che spesso ha sconfinato nella disinformazione

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 31 agosto 2024

Due atti di sabotaggio, in Sardegna, contro le pale eoliche. L’ultimo in ordine di tempo ieri notte nelle campagne intorno a Villacidro, nel sud dell’isola. I teli di plastica che proteggevano le basi di tre turbine a vento in attesa di essere installate nel cantiere aperto dalla società energetica Vesta sono stati cosparsi di benzina e dati alle fiamme.

Il fuoco ha liquefatto i teli e annerito le pale. Il secondo episodio è accaduto due notti fa e ha avuto come obiettivo un impianto sulla provinciale numero 30 che collega Mamoiada a Gavoi, nel Nuorese. Qualcuno ha svitato i bulloni che tenevano la base del generatore ancorata al piedistallo fissato nel terreno, con il rischio che la turbina precipitasse sulla strada o nei campi vicini.

Questo secondo atto di sabotaggio è stato denunciato on line dal titolare, Edoardo Melis, della ditta che cura la manutenzione dell’impianto. «Siamo – scrive Melis in un post su Facebook – un’azienda che opera in tutta la Sardegna nel settore della manutenzione degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Nell’ultimo periodo, nel bene ma soprattutto nel male, si è parlato tanto del nostro settore, ma quanto accaduto l’altro ieri notte è assurdo. I bulloni che tenevano in sicurezza una delle pale dell’impianto tra Mamoiada e Gavoi, ancorandola al plinto fissato sul terreno, sono stati svitati e rimossi». Un atto che, secondo Melis, ha seriamente compromesso la stabilità della torre eolica, «mettendo in pericolo la vita dei nostri operatori ma anche di eventuali passanti».

I sabotaggi nel Nuorese e a Villacidro sono il sintomo di una situazione tesa. In molte zone dell’isola sono sorti comitati di base che chiedono che la transizione energetica, prevista delle direttive europee e in corso in Sardegna come in tutte le altre regioni d’Italia, avvenga attraverso la più larga partecipazione democratica.

D’altra parte, contro le energie rinnovabili è in atto una campagna mediatica che ha assunto toni molto aspri e che spesso ha sconfinato nella disinformazione; una campagna dietro la quale si intravvedono gli interessi di settori della società sarda che puntano a contrastare eolico e fotovoltaico a favore di una massiccia metanizzazione dell’isola. Rischi, questi ultimi, denunciati nei giorni scorsi dalla presidente della giunta regionale Alessandra Todde in una «Lettera aperta al popolo sardo». La giunta è al lavoro per individuare le aree idonee in cui installare gli impianti per la produzione di energia rinnovabile e promette di confrontarsi con cittadini e associazioni.

Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru, un piccolo paese a cinquanta chilometri da Cagliari, è in prima fila nel movimento che, attraverso i comitati di base, chiede partecipazione democratica nel processo di transizione energetica. Per Onnis i sabotaggi sono «atti senza senso». «Non è certo così – dice – che i problemi complessi legati al superamento dei combustibili fossili saranno risolti. La nostra protesta coinvolge una porzione molto vasta di opinione pubblica, si svolge in maniera del tutto pacifica e continuerà secondo queste modalità. La violenza non serve a va sempre condannata».

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