«Giustizia climatica e sociale», a Roma arriva il Climate pride
Ecologia Sabato 16 novembre a Roma il corteo. Una manifestazione organizzata da più di 70 associazioni, movimenti e sigle sindacali per rivendicare una transizione giusta
Ecologia Sabato 16 novembre a Roma il corteo. Una manifestazione organizzata da più di 70 associazioni, movimenti e sigle sindacali per rivendicare una transizione giusta
Mentre a Baku proseguono i lavori della Cop 29, Roma si prepara ad accogliere il primo Climate pride. Una manifestazione convocata da oltre 70 tra associazioni, spazi sociali, movimenti e sigle sindacali che sabato 16 novembre percorrerà le strade della capitale dal centro fino alla periferia. Ci saranno tra le altre Arci, Cgil, Legambiente, insieme a Fridays for future, Ultima generazione ma anche il Collettivo di fabbrica Gkn. L’appuntamento è alle 15 a piazza Vittorio, nel quartiere Esquilino; il corteo si snoderà fino all’area dell’ex Snia, simbolo delle lotte ambientaliste romane.
Cuore delle rivendicazioni è l’intersezione tra giustizia climatica e giustizia sociale: «contro chi vorrebbe alimentare il ricatto tra transizione ecologica e lavoro è necessario creare alleanze e convergenze» spiegano nelle richieste avanzate. Tra queste la cancellazione del debito dei paesi maggiormente colpiti dalla crisi climatica e lo stabilirsi di una proporzionalità basata sui danni subiti nella ripartizione del fondo Loss and damage. Ma anche richieste dirette all’Italia, come la revisione del Piano nazionale energia e clima, ancora troppo legato al gas fossile. Tra le misure contro cui viene puntato il dito anche il Ddl Sicurezza, che prevede sanzioni ancora più forti contro gli attivisti climatici. Un’intersezione di piani che, raccontano gli organizzatori, è «connaturata all’ecologia. Questa è la scienza delle relazioni, ha la possibilità di unire tutte le lotte perché è un unico sistema, il nostro modello di sviluppo, che le danneggia tutte».
La forma scelta è quella della street parade, una manifestazione colorata e vivace: «siamo stanchi di una narrazione ansiogena, vogliamo tirare fuori la gioia e l’orgoglio dell’essere parte del pianeta come specie tra le specie. E la nostra ribellione, la nostra voglia di contare» spiegano. Un corteo che non sarà solo protesta, quindi, ma anche «celebrazione della resilienza della natura e delle comunità che si battono per un futuro sostenibile e una transizione giusta».
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