Legge di stabilità. Bersani: «La norma sull’uso dei contanti favorisce gli evasori»
Manovra Renzi annuncia che sarà abolito il tetto di mille euro per il pagamento in contanti. Confermato il passo indietro sul regime fiscale agevolato per le partite Iva. Zanetti (Mef): «Costerà 300 milioni». Sui tagli alla sanità le Regioni sono critiche
Manovra Renzi annuncia che sarà abolito il tetto di mille euro per il pagamento in contanti. Confermato il passo indietro sul regime fiscale agevolato per le partite Iva. Zanetti (Mef): «Costerà 300 milioni». Sui tagli alla sanità le Regioni sono critiche
A poche ore dalla presentazione delle linee generali della legge di stabilità il presidente del Consiglio Matteo Renzi anticipa che «sarà straordinaria». E incassa subito una polemica dal fronte sinistro del Pd: «Non si dica che, alzando la soglia a 3mila euro, si favoriscono i consumi – ha detto Pierluigi Bersani – Chi ha 3mila euro da spendere sicuramente ha la carta di credito. Si incoraggerebbero consumi in nero, riciclaggio, evasione e corruzione come certificato da tutte le agenzie a partire dalle Entrate». Bersani si riferisce all’anticipazione di Renzi in un’intervista rilasciata ieri a radio Rtl 102.5 sull’uso dei contanti. «Riporteremo i livelli del contante alla media europea, al livello francese, portandolo da mille a 3 mila euro. Un modo per aiuare i consumi e dire basta al terrore». «Quei soldi sono già tracciati – ha continuato Renzi – con il telefonino controllo tutto di tutti. L’anno scorso abbiamo avuto quasi 4 miliardi in più di gettito Iva attraverso l’information technology si recupera molta più evasione che giocando al gatto e al cane sulle strade». Bersani non è soddisfatto e aggiunge: «Anch’io sono favorevole ad arrivare alla media europea nell’uso del contante, quando saremo alla media europea nell’uso del contante, nell’evasione, nel nero, nella corruzione. Non possiamo prendere la stessa medicina di chi non ha la malattia. Noi abbiamo una malattia molto seria e si richiederebbero medicine molto serie». Anche Alfredo D’Attore, esponente della minoranza del partito renziano, è teso: «Sulla legge di stabilità il quadro che emerge dalle anticipazioni è sempre più preoccupante».
Renzi ha confermato che l’intervento sulle pensioni slitterà di qualche mese: «Sono molto preoccupato di non fare pasticci come in passato – ha detto il presidente del Consiglio – faremo partire con l’Inps un grande lavoro di coinvolgimento degli interessati». Un dialogo sarebbe in corso con il presidente dell’Inps, Tito Boeri. Alla base dello slittamento c’è la penuria di risorse per finanziare la flessibilità in uscita. Tra le altre misure previste, al momento, nella manovra c’è la conferma del bonus Irpef degli 80 euro per i lavoratori dipendenti («Sono una misura acquisita»), ma non per gli autonomi. Per i quali Renzi ha confermato le anticipazioni di questi giorni: la modifica del regime fiscale agevolato. «C’è un intervento serio sulle partite Iva – ha detto – con un’azione sul regime dei minimi. Anche questa promessa l’abbiamo messa in cantiere». Il governo prevede «un forfait fino a 30 mila euro con l’aliquota ridotta al 5% per i primi anni» con «un impatto nell’ordine di circa 300 milioni di euro» ha aggiunto il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti. Il clamoroso «autogol» dell’anno scorso, quando il governo ha modificato il regime dei minimi, sembra recuperato. Nulla è stato detto sul blocco dell’aliquota al 27,72% per gli iscritti alla gestione separata Inps. Le indiscrezioni all’inizio dell’accidentato percorso della legge di stabilità sostengono che ci sarà.
Altri problemi per Renzi vengono dalle regioni che protestano sui tagli al al Fondo nazionale della sanità. Il governo dava per scontato un incasso da 10 miliardi che sono scesi a 6-7 al massimo. La dotazione del Fondo 2016 sarà i di 111 miliardi. La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, sostiene di battersi per le risorse aggiuntive per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, garantiti dal servizio sanitario nazionale, e per la stabilizzazione dei circa 7mila precari, puntando a ottenere a almeno altri 900 milioni.
Il livello del finanziamento fissato al momento è «troppo poco» per il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino: «Sono indispensabili ulteriori risorse: servono almeno due dei 3 miliardi previsti di aumento del fondo».
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