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L’Ecuador boccia la legge per depenalizzare l’aborto. E in Honduras non va meglio

L’Ecuador boccia la legge per depenalizzare l’aborto. E in Honduras non va meglioLe proteste in Ecuador dopo la bocciatura della legge per depenalizzare l'aborto

America Latina «Assassini siete voi, negli aborti clandestini a morire sono le donne», hanno gridato le manifestanti riunite davanti al congresso in Ecuador

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 20 settembre 2019

Lo slogan dell’ormai celebre movimento femminista Ni una menos – «Educazione sessuale per poter decidere. Anticoncezionali per non abortire. Aborto legale per non morire» – non potrebbe essere più disatteso in America Latina.

Se nel subcontinente l’aborto è legale solo a Cuba, Porto Rico, Guyana e Uruguay, sono ben sei i paesi in cui è totalmente vietato: Nicaragua, Honduras, El Salvador, Repubblica Dominicana, Haiti e Suriname. Ma anche negli altri, dove è ammesso solo in casi specifici (generalmente quelli di stupro, malformazioni del feto o rischi per la vita della madre), per le donne non c’è comunque da stare allegre.

Ne offre un esempio significativo l’Ecuador, dove martedì, dopo un aspro e prolungato dibattito che ha diviso il paese, l’Assemblea nazionale ha bocciato, per soli 5 voti (ne servivano 70 a favore, ne sono arrivati 65, con 59 contro e 6 astensioni), un disegno di legge che prevedeva la depenalizzazione dell’aborto – ora prevista solo in caso di pericolo per la salute della madre e di stupro ai danni di donne mentalmente disabili – anche in tutti i casi di violenza sessuale, incesto e malformazione del feto.

Non sono bastati a far passare la riforma, fortemente avversata dalla Chiesa cattolica, i drammatici dati relativi ai decessi provocati da aborti illegali e non sicuri (il 15,6% delle morti materne nel 2014), agli stupri (11 casi segnalati ogni giorno) e alle gravidanze tra adolescenti (7 ragazze di età inferiore ai 14 anni partoriscono ogni giorno nel paese). «Assassini siete voi, negli aborti clandestini a morire sono le donne», hanno gridato le manifestanti riunite davanti al congresso, promettendo di continuare la lotta.

Va anche peggio, se possibile, in Honduras, dove non solo l’interruzione della gravidanza è vietata senza eccezioni (e punita con condanne da 3 a 6 anni di carcere), ma, come emerge da un dettagliato reportage di Anna-Cat Brigida pubblicato su Al Jazeera, è sufficiente il sospetto di aver praticato un aborto per esporre la donna a una lunga persecuzione giudiziaria e a una dura campagna di criminalizzazione mediatica. Il tutto in un paese segnato da altissimi tassi di impunità per crimini violenti, tra cui stupro e omicidio.

Qualcosa, però, sta per fortuna cambiando anche in Honduras: secondo un sondaggio condotto nel 2017, il 60% degli uomini e il 64% delle donne sarebbero a favore dell’approvazione dell’aborto in caso di stupro, malformazione fetale o pericolo per la vita della madre.

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