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“Le stragi di migranti? Un crimine contro l’umanità”

“Le stragi di migranti? Un crimine contro l’umanità”

Un convegno a Roma Il crimine in corso contro le persone migranti a livello globale è ancora orfano di definizione. Occorre trovare le parole per identificare, a livello giuridico, il crimine contro l’umanità che […]

Pubblicato più di un anno fa

Il crimine in corso contro le persone migranti a livello globale è ancora orfano di definizione. Occorre trovare le parole per identificare, a livello giuridico, il crimine contro l’umanità che viene quotidianamente commesso contro le persone migranti e cercare nel diritto esistente, a livello sia nazionale che internazionale, la normativa che possa inchiodare alle loro responsabilità penali i governi e le classi politiche che si succedono al governo, sia in Italia che in Europa e nel resto del mondo occidentale. Cercare all’interno del diritto penale esistente costruzioni giuridiche che rispecchino gli irrinunciabili valori di protezione della vita. Ecco l’intento del convegno «Migranticidio: un crimine contro l’umanità – Diritto di migrare, diritti dei migranti», promosso da Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia, Giuristi Democratici e Mani Rosse Antirazziste che, nell’ambito della mostra Roma Periurbana, si terrà sabato 22 aprile presso lo Spazio espositivo MACRO (ex Mattatoio), piazza Orazio Giustiniani, 4, dalle 11 alle 18. Abbiamo intervistato Fabio Marcelli, Dirigente di ricerca di diritto internazionale e fino a due settimane fa direttore dell’Istituto di Studi Giuridici Internazionali (ISGI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e  coordinatore del convegno .

Fabio Marcelli, che s’intende con il concetto, nuovo, di Migranticidio?

E’ un neologismo, frutto del lavoro di un gruppo di giuristi e di persone impegnate sul tema, che evoca il tragico fenomeno di una strage di migranti compiuti con la complicità, e il dolo specifico e generico degli Stati, per limitare gli arrivi delle persone migranti sui loro territori. Questo fenomeno globale riguarda ovviamente varie frontiere nel mondo, come quella tra Usa e Messico, mentre il Mediterraneo ci riguarda più da vicino, dato che vi si è verificata  una strage, con 26.000 morti stimati sulle rotte marittime dal 2014 ad oggi.

Il migranticidio è una definizione giuridica e se si, con quale conseguenza ?

Il migrantidicio non è ancora contenuto in nessuna Convezione internazionale o nel diritto penale internazionale. E’, per il momento, il frutto della « creatività » di giuristi e personalità che vogliono reagire a questo crimine. Noi speriamo che vi siano convenzioni relative a questa nuova definizione che si aggancia all’articolo 7 dello Statuto di Roma sui crimini contro l’umanità.

In questo tentativo di identificare al livello giuridico il crimine in atto,  fate  riferimento ai Crimini contro l’umanità previsti ai sensi dello Statuto di Roma: come possono estesi ai migranti?

I migranti possono essere considerati alla stregua della popolazione civile che subisce un attacco da parte di uno Stati consapevoli dell’attacco stesso. Quindi noi sosteniamo che dietro le morti di migranti, esistano precise scelte politiche deliberate, come l’omissione di soccorso o gli ostacoli ai salvataggi compiuti dalle Ong o altri attori civili, per ostacolare in ogni modo i soccorsi in mare. Il migranticidio rientrerebbe quindi in questo modo tra i  crimini contro l’umanità.

Prima dell’Assemblea, la mattinata sarà dedicata agli strumenti giuridici disponibili su questo tema, ci si cercherà di identificare chi  sono i fautori di questo crimine: le responsabilità sono secondo voi più italiane o europee?

Il concorso di responsabilità tra Italia e Europa è un tema che spetta ai giudici delle giurisdizioni nazionali e internazionali approfondire. E’ chiaro che la scelta di interrompere l’operazione Mare Nostrum che salvò migliaia di persone nel 2014, fu una precisa responsabilità europea.

Perché secondo lei rimane oggi un’impunità cosi evidente mentre il crimine viene commesso da più di 20 anni? Si è accettata la violenza a livello collettivo ?

C’è una rimozione del problema da parte dei governi italiani; occorre oggi tornare ad una politica dell’accoglienza. Sul piano giuridico invece occorrerà tempo per venire a capo del problema, ma è un fatto importante che oggi una parte della cultura giuridica si stia interrogando sulle possibili definizioni del crimine in atto.

 

 

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