Per Marine Le Pen le sanzioni contro la Russia «non servono assolutamente a niente, se non a far soffrire la popolazione europea, e, nella fattispecie, la popolazione francese». In una conferenza stampa martedì, per attaccare «l’inerzia totale» dei primi 100 giorni di Macron e presentare un bilancio roseo degli 89 deputati del Rassemblement national (Rn) nel primo mese della legislatura prima della pausa estiva, Le Pen ha preso di mira le sanzioni: «Spero scompaiano – ha detto – per evitare all’Europa di ritrovarsi di fronte a un black out a causa delle importazioni di gas».

Secondo Le Pen, «bisogna essere davvero in cattiva fede per non constatare che, contrariamente alle dichiarazioni altisonanti del governo, l’economia russa non è in ginocchio, non è in fallimento» e non vedere che «noi siamo molto più vittime delle sanzioni che la Russia, che ha trovato altri clienti e aggira i diversi embarghi». Nei sei pacchetti di sanzioni contro la Russia approvati dalla Ue, Marine Le Pen vede soltanto «una successione di fallimenti» dell’Europa.

Questo attacco alla Ue arriva dopo un primo mese di legislatura durante il quale l’estrema destra ha cercato di mostrare un volto più rassicurante, per incarnare un’alternativa al governo attuale. «Il mio scopo non è di far cadere il governo – ha spiegato Le Pen – ma di rimpiazzarlo».

Per la leader che ha ottenuto più del 40% al ballottaggio delle presidenziali lo scorso aprile, manca solo «qualche spallata». Ma con le dichiarazioni sulle sanzioni ha ricordato che l’estrema destra non abbandona i propri principi di fondo. Un incidente rivelatore era avvenuto alla seduta inaugurale dell’Assemblée nationale, a giugno, presieduta per l’occasione dal deputato più anziano, José Gonzalez del Rn, che aveva esaltato l’Algeria francese e difeso l’Oas, organizzazione militare segreta terrorista.

Il Rn ha dei legami con la Russia di Putin, in particolare ha ancora da rimborsare un prestito di 9 milioni contratto con una banca ceco-russa vicina al Cremlino nel 2014 (la scusa era stata che nessuna banca in Francia era disposta a fare credito al partito di Le Pen, del resto per le presidenziali di quest’anno un prestito è stato concesso da una banca ungherese). Durante il dibattito tv prima del ballottaggio, Macron aveva messo con le spalle al muro Marine Le Pen: «Dipendete dal potere russo, quando parlate alla Russia parlate al vostro banchiere».

Il prestito era stato concesso all’allora Front National (che poi ha cambiato nome) dalla First Czech Russia Bank, che per l’oppositore Navalny è stata creata «su istigazione di Putin» ed è conosciuta per «attività di riciclaggio». La banca è fallita nel 2016, il suo direttore generale arrestato per truffa, il debito del Rn trasferito al gruppo aeronautico russo Aviazapchast, che dal 2020 è sotto sanzioni Usa con l’accusa di aver esportato armi in Siria per Bashar al-Assad.