Le origini ritrovate per celebrare più Xi che il Pcc
Cento anni di Pcc Da Yan'an e le inchieste sulle campagne al nuovo uomo solo al comando
Cento anni di Pcc Da Yan'an e le inchieste sulle campagne al nuovo uomo solo al comando
Il Partito comunista cinese, nato a Shanghai nel 1921, ha percorso i primi anni della sua vita all’interno di una delle fasi più travagliate della storia cinese. Nato con l’impeto del movimento del 4 maggio 1919 e sulle ceneri dell’ultima dinastia, al suo primo congresso contava 53 iscritti e si premurava di rappresentare per lo più il proletariato urbano, protagonista allora di grandi scioperi, repressi dai signori della guerra.
Sarà Mao, con le sue inchieste sulle campagne dell’Hunan, a riportare il Pcc sui sentieri rurali, finendo per organizzare i contadini e affrontare tempeste politiche (anche interne) e militari, fino alla proclamazione della Repubblica popolare. Da quel momento la storia del Pcc e quella della Cina finiscono per coincidere. È a quel periodo che si sono dedicati gran parte degli sforzi della propaganda in occasione delle celebrazioni, mettendo molto in secondo piano il periodo della riforme, per non parlare poi degli anni ’90 e primi 2000.
Si tratta del resto di celebrazioni di un Partito per omaggiare per lo più il suo attuale leader Xi Jinping, la cui capacità di attingere dai primi anni di vita del partito appare sempre più chiaro, specie in relazione al controllo interno dell’organizzazione e non solo. Nella battaglia contro il Covid Xi ha citato più volte la guerra popolare di Mao, in altri articoli ha ricordato il «dna rosso» e l’importanza di studiare la storia del Partito.
Quello cinese in questi giorni è un ricordo mobile, seppure grandioso come piace ai cinesi, proprio come fu la guerra di Mao contro giapponesi e nazionalisti, appeso all’uomo solo al comando Xi Jinping alle prese con gli Usa e un mondo che pare sempre più scettico circa l’ascesa di Pechino.
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