Le multe del ragazzo alla tutrice volontaria
Minori non accompagnati L’affidataria rischia di pagare 20 mila euro per le scorribande del giovane tutelato
Minori non accompagnati L’affidataria rischia di pagare 20 mila euro per le scorribande del giovane tutelato
Una vicenda paradossale che rischia di costare oltre 20 mila euro di multa ad una tutrice volontaria di Bologna, colpevole solo di aver dato disponibilità al tribunale per l’affido di un minore non accompagnato arrivato nel nostro Paese lungo le rotte migratorie. Una vicenda che, al di là delle specificità del caso, mette in evidenza come le politiche di affido di minorenni non accompagnati ai tutori volontari siano sempre più relegate in secondo piano dalle istituzioni, impegnate, più che a migliorare, a disincentivare il sistema di accoglienza.
La storia risale allo scorso 16 aprile, quando la signora Cosetta Cantaroni di Bologna ha ricevuto per raccomandata due sanzioni amministrative per un totale di oltre 5000 euro che riguardavano violazioni del codice della strada avvenute il 13 gennaio 2024. Le multe riguardavano un minore senza patente di cui era tutrice volontaria. C’è da sottolineare che Cosetta non aveva nemmeno mai incontrato questo ragazzo, ospite di una comunità di minori non accompagnati dell’Emilia Romagna, perché egli si è sempre rifiutato anche solo di incontrare la sua tutrice. Inoltre, secondo la legge istitutiva del tutorato volontario – la cosiddetta legge Zampa del 2017 -, un tutore non può essere considerato responsabile dei danni commessi dal minore tutelato o da sue violazioni penali o amministrative, fatto salvo il caso che i due convivano sotto lo stesso tetto. Situazione che non era certo il caso della tutrice bolognese.
A QUESTO PUNTO comincia l’odissea di Cosetta, che si trova a girovagare di ufficio in ufficio, senza mai trovare una risposta al suo caso. Da principio contatta il consulente legale del Sai Msna (sistema accoglienza integrata dei minori stranieri non accompagnati) che le consiglia di rivolgersi all’Asp – assistenza servizi e persone – di Bologna dove le rispondono che i loro legali non possono occuparsi di sanzioni amministrative. A questo punto, si trova costretta a rivolgersi a un avvocato di fiducia che, con un costo iniziale di 1000 euro, apre le procedure per un ricorso al giudice di pace. Cosetta si rivolge anche al Comune di Bologna, Ufficio Legale Tutele comunale e all’assessorato al Welfare da cui ottiene solo vaghe promesse di intervento e rassicurazioni formali, in attesa dell’udienza col Giudice di Pace prevista per giugno 2025. Nessuna risposta è ancora arrivata dal Comando dei Vigili Urbani che ha competenza per le sanzioni stradali.
Ma le brutte notizie non sono ancora finite per Cosetta. Il 13 agosto 2024, la tutrice bolognese riceve un’altra raccomandata da parte della Reale Mutua Assicurazioni che chiede un risarcimento di 12.660 euro per danni a terzi, che vanno ad aggiungersi alla già ingente sanzione amministrativa di 5000 euro. Ed è facile prevedere l’arrivo di ulteriori richieste di danni, considerando che – Cosetta lo viene a sapere solo ora – i veicoli coinvolti nell’incidente sono stati tre.
Una “punizione” davvero immeritata per una persona che ha l’unica colpa di aver dato al tribunale la sua disponibilità ad aiutare un minore. Nelle chat dei tutori dell’Emilia Romagna si leggono messaggi di indignazione per come Cosetta sia stata abbandonata e lasciata sola. C’è chi propone di fare una colletta per aiutarla a coprire i costi, chi consiglia di stipulare una assicurazione contro questi rischi e chi, semplicemente, chiede giustizia.
LA PARADOSSALE VICENDA della tutrice bolognese è solo una cartina di tornasole di una politica volta a penalizzare l’istituto di tutela ai minori non accompagnati. Di fronte ad una presenza di poco meno di 23 mila minori, gli abbinamenti, secondo l’ultimo rapporto del Garante per l’infanzia, datato 2021, sono stati complessivamente 5.737. Non sono i tutori che mancano – tenendo anche presente che una persona può accettare tre incarichi contemporanei – ma la burocratizzazione degli affidi e le oramai proverbiali lentezze dei tribunali. Così che capita che le pratiche vengano risolte solo pochi giorni prima che il tutelato compia 18 anni, ed esca quindi dalla protezione. Inoltre, lamentano le associazioni di tutori, non viene fatto nulla per favorire e facilitare il compito del tutore, neppure dal punto di vista geografico. Capita che ad un tutore di Parma venga affidato un ragazzo che risiede in una comunità di Ravenna: stessa regione ma 180 chilometri di distanza. Questo è uno dei motivi per cui molti abbinamenti vengono rifiutati sia dal tutore che dal tutelato.
AGGIORNAMENTO 24 AGOSTO
Si è risolta positivamente la paradossale vicenda della tutrice volontaria di Bologna sanzionata di 5000 euro per violazioni del codice della strada commesse dal minorenne di cui le era stata assegnata la tutela. La storia si trascinava dallo scorso 16 aprile, quando la signora Cosetta Cantaroni ricevette per raccomandata due sanzioni amministrative riguardanti un incidente avvenuto il 13 gennaio dello stesso anno che aveva coinvolto tre auto. Come se non bastasse, il 13 agosto 2024, la signora ha ricevuto un’altra raccomandata. Questa volte il mittente è la Reale Mutua Assicurazioni che le chiede un risarcimento di 12.660 euro.
L’incidente era stato causato dall’imperizia del ragazzo, ricordiamolo, minorenne e quindi senza patente, che aveva sottratto un auto dal centro di accoglienza che lo ospitava. Va ribadito che il tutore volontario è una figura istituita dalla legge n. 47 del 2017, la cosiddetta legge Zampa, che su incarico del Tribunale per i Minorenni assume a titolo gratuito la tutela volontaria di uno o al massimo tre minorenni stranieri giunti in Italia privi di genitori o di altri adulti responsabili di loro. Il tutore, in altre parole, altro non è che un privato cittadino che assume volontariamente il cosiddetto “tutorato”, o meglio, la tutela legale del minorenne e non risulta a nessun effetto affidatario del ragazzo che continua ad essere di responsabilità del Servizio Sociale locale e residente in una Comunità per minori. La sanzione pervenuta alla tutrice, in altre parole, non aveva nessuna giustificazione legale in quanto lei non poteva essere ritenuta responsabile dei danni o delle violazioni commessa dal suo tutorato, che, oltre a tutto, non aveva mai accettato di incontrarla personalmente.
Tutto ciò non ha evitato alla tutrice bolognese una lunga via crucis tra avvocati, uffici comunali e servizi di assistenza che si è sbloccata solo ieri con l’annullamento della sanzione da parte della Polizia Municipale. Annullamento avvenuto, guarda caso, proprio il giorno dopo che i giornali locali e nazionali avevano dato spazio a questa vicenda che, come ci conferma Paola Scafidi, presidente dell’associazione Tutori in Rete, ha dello scandaloso. “Resta, innegabile, la gravità dell’accaduto che dimostra come il ruolo del tutore sia ancora poco conosciuto persino nelle Istituzioni nonostante siano trascorsi già 7 anni dall’approvazione della legge Zampa”. Paola Scafidi sottolinea come l’associazione non abbia mai abbandonato la tutrice “nella ricerca di una soluzione bonaria, in collaborazione con le Istituzioni cittadine” e si augura questa vicenda non finisca per danneggiare un istituto indispensabile per una politica di vera accoglienza come quello dei tutori volontari. “C’è il rischio che fatti come questo spaventino anche i più coraggiosi: cosa assolutamente da evitare, perché i tutori sono davvero pochi al confronto dei minori non accompagnati, tanto che ad oggi risulta impossibile assegnare a ciascun ragazzo un tutore volontario, come noi vorremmo e come la legge prevede; eppure accade che tutori disponibili non ricevano incarichi anche per anni e infine abbandonino. Qualcosa sicuramente non funziona e va posto rimedio perché un Paese che voglia definirsi civile non lascia solo nessun minorenne”.
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