E’ il fiore del sole, questo vuol dire il suo nome botanico, helianthus annuus, il fenomeno dell’eliotropismo, la capacità dei fiori di seguire il corso dell’astro. Proveniente, come altri preziosi doni come il pomodoro, il mais e la patata, dalle Americhe, il girasole ha trovato nel vecchio continente ben presto il suo posto d’onore. Non parliamo qui delle coltivazioni su scala industriale ma di una collocazione del girasole negli orti domestici o anche nelle fioriere su balconi o terrazzi. Farlo crescere in semplici vasi, di piccole dimensioni, è sconsigliato: il girasole necessita di molta terra. Si consiglia di seminare in vaso e poi, naturalmente, avendo le piante raggiunto una certa altezza, di mettere a dimora in piena terra lasciando almeno mezzo metro tra una pianta e l’altra. Per cambiare, possiamo facilmente procurarci delle varietà bicolori, a fiore doppio, da affiancare alla più tradizionale, completamente gialla.

Il girasole Mammouth, molto coltivato in Russia, arriva a quattro metri di altezza e produce sementi grandi 50 centimetri, non è necessario arrivare a tanto. In un orto, molto bello è averne esemplari isolati, nelle zone ventilate andranno assicurati con un tutore, oppure una macchia, alle spalle delle culture da mangiare. I girasoli sono veramente belli, tutti conoscono la predilezione che, assieme e alle iris, per loro aveva Van Gogh. I semi, oltre ad avere un posto preminente nella produzione mondiale di olio, sono buoni da mangiare. Nelle pagine di John Reed – I dieci giorni che sconvolsero il mondo – in molti episodi si narra di operai disoccupati che per arrotondare vendono semi di girasoli nelle piazze di San Pietroburgo.

Il ciclo del girasole è lungo, dobbiamo seminare a luna crescente, a primavera inoltrata, dopo aver messo da parte qualche testa per riavere la semente. Molto importante perché fecondato, principalmente, dall’ape domestica, nei mesi di fioritura (luglio ed agosto) ne sostiene l’alimentazione e gli apicoltori gradiscono molto: il miele di girasole è molto apprezzato. Altra caratteristica molto positiva della coltivazione di questo fiore è la sua acclarata capacità di fitodepurazione dei terreni e non solamente dai più comuni inquinanti ma dai radionuclidi dello stronzio e del cesio; se abbiamo un terreno a fronte strada, una bella striscia di girasoli, è ideale. Persino quando ha esaurito il suo ciclo, il girasole viene impiegato. Secco, è ottimo nella composizione di pannelli isolanti. Per tutte queste molteplici caratteristiche positive, negli anni Settanta il girasole fu adottato come simbolo dai principali movimenti ecologisti, e ancora oggi figura come l’emblema dei partiti verdi nel mondo.

Il 23 marzo scorso, a Milano, è stata lanciata una bella iniziativa, Mille girasoli per la pace, lanciata da Paolo Cattaneo, presidente del Coordinamento Nazionale delle Comunità Accoglienti, in collaborazione con gli orti sociali e condivisi della città: prevede di seminare 60.000 semi di girasoli proprio in virtù di tutte queste qualità che abbiamo appena descritto.