Su Stromboli da ieri sciamano gli avvoltoi. Scrutano dall’alto e poi si poggiano sulla preda. Metafora, si intende, gli sciacalli sono parte di quei politici che, con evidente partecipazione (sulla carta), inviano messaggi di solidarietà alle persone colpite dal disastro. Gli stessi politici siciliani, con il presidente della regione Nello Musumeci in testa, ai quali fin dal maggio scorso gli strombolani si erano rivolti per chiedere interventi straordinari atti a rimuovere detriti e rafforzare muri e sentieri all’indomani del pauroso incendio divampato il 25 maggio scorso. Si fanno vivi soprattutto perché il prossimo 25 settembre in Sicilia si vota anche per le regionali.

«Non è stato fatto assolutamente nulla – dice il presidente degli albergatori delle isole Eolie Christian Del Bono – Avevamo anche chiesto che la magistratura si interessasse per cercare di capire chi erano i responsabili delle fiamme ma non abbiamo saputo nulla. Non sappiamo più cosa fare». Federalberghi e la Pro Loco puntano il dito contro l’ente gestore della Riserva Naturale Orientata accusato di un’«inaccettabile inerzia». Dopo il rogo avrebbe dovuto ripulire i residui e mettere in sicurezza le parti di montagna rimaste senza vegetazione. Adesso le due organizzazioni chiedono un’ordinanza urgente di protezione civile per affrontare rapidamente i problemi più gravosi.

INTANTO L’ISOLA piange. Piange veramente. Il nubifragio di ieri l’ha letteralmente uccisa. Ovunque fango, detriti e distruzione. Abitazioni sventrate o seppellite anche da un metro e mezzo di sassi. Tronchi già bruciati, trasferiti dall’acqua, hanno sfondato porte e suppellettili. Il fortunale ha ammorbidito un intero costone privo di verde che si è riversato, in pochi minuti, nel cuore dell’abitato.

Abitazioni private, alberghi, negozi e strutture pubbliche sono state affogate d’acqua, sabbie vulcaniche e pietrame. Un disastro. Sinora si contano 38 sfollati: le loro abitazioni sono collassate o parzialmente sventrate. Il pienone estivo stava facendo respirare l’economia dell’isola ma adesso i turisti sono stati messi alla porta dalle strutture alberghiere inagibili. La gente vaga e non sa dove andare. Pochi riescono a fornire informazioni. I vaporetti che fino all’altro ieri trasferivano migliaia di visitatori ogni giorno ora non possono più attraccare, arrivano solo gli aliscafi. I turisti che avevano già pagato e prenotato sono dovuti tornare indietro. Quelli che avevano prenotato l’escursione per raggiungere i 400 metri del Vulcano hanno dovuto desistere. Molti avevano già pagato il biglietto che adesso non si sa chi deve rimborsare.

NON SI CAPISCE quanti siano gli animali domestici che mancano all’appello: alcuni cani sono stati ritrovati letteralmente sotto terra, come risucchiati dalle sabbie mobili. Molte viuzze sono impraticabili per le frane che hanno causato anche voragini, trasformate in «fosse comuni» di motorini e auto elettriche ingoiate insieme a tutto quello che avevano intorno.

Parte della chiesa è impraticabile. Colpita anche la guardia medica. Al momento trovare un posto per chi ha problemi cardiaci è difficilissimo. Basti pensare che Riccardo Gullo, sindaco di Lipari da cui Stromboli dipende amministrativamente, è stato colto da un malore proprio mentre si trovava sull’isola. Dopo una visita è stato trasferito in elicottero sulla terraferma. Fortunatamente le sue condizioni non destano preoccupazione ma l’episodio sembra dire che c’è da star male soltanto a guardare l’isola. Che è in buona sostanza è impraticabile.

Adesso ovviamente scoppia non soltanto la polemica, ma anche la rabbia. Proprio ieri nel tardo pomeriggio un comitato spontaneo di cittadini strombolani ha deciso di rispedire indietro i certificati elettorali per rifiutare di recarsi alle urne alle prossime elezioni. Questa iniziativa è stata sposata anche da alcuni turisti i quali hanno dichiarato che una volta tornati a casa diserteranno il voto come gesto di solidarietà.

NEL FRATTEMPO sull’isola si guarda in alto. Non solo perché il cratere dà segni di ripresa ma anche per le condizioni atmosferiche. È previsto un altro forte acquazzone nei prossimi giorni. Gli strombolani chiedono ai vertici politici una messa in sicurezza assoluta dell’isola e il potenziamento delle forze dell’ordine, che sono ormai al collasso. I carabinieri si sono rimboccati le maniche come hanno potuto per assistere le persone colpite. Stanno arrivando volontari dalle Eolie e non solo. Del resto è abbastanza chiaro: Stromboli ha assoluto bisogno di aiuto e assistenza, non di commiserazione.