Internazionale

Le due versioni sulla controffensiva: avanza, è fallita

Ukrainian President Volodymyr Zelensky (R) present a state award to a Ukrainian serviceman during his working visit to the Donetsk region, apZelensky nel Donetsk – Epa

Il limite ignoto Lo scontro tra Ucraina e Russia si combatte anche sul fronte mediatico. Accordo sul grano, nessuna conferma su un nuovo incontro tra Putin ed Erdogan

Pubblicato circa un anno faEdizione del 6 settembre 2023

Controffensiva, grano, corruzione e alleanze strategiche. La fine dell’estate per i governi di Russia e Ucraina è segnata da alcuni temi ricorrenti che riguardano la guerra ma anche il futuro dei due Paesi. A far da sfondo alle mosse dei due presidenti, ci sono gli equilibri sul campo. Da un lato Kiev annuncia di aver messo al sicuro la riconquista del villaggio di Robotyne, a sud di Zaporizhzhia, e di aver ripreso ad avanzare verso Melitopol, l’obiettivo dichiarato della controffensiva. Secondo il portavoce dello Stato maggiore ucraino, Pavlo Kovalchuk, l’esercito «ha fortificato le posizioni conquistate» e sta «guadagnando terreno in direzione di Novoprokopivka», pochi chilometri a sud-est.

I FUNZIONARI di Zelensky ritengono che dall’inizio della controffensiva (circa tre mesi fa) le forze armate sono avanzate di sette chilometri nella regione di Zaporizhzhia, ma Robotyne è stata la prima vittoria tatticamente rilevante per il Paese invaso. Il che è rilevante perché, secondo diversi analisti militari, se gli ucraini dovessero riuscire ad avanzare a soli quindici chilometri dalle loro posizioni attuali, potrebbero trovarsi a portata di tiro delle rotte di trasporto est-ovest della Russia e potenzialmente indebolire le capacità di combattimento di Mosca in quell’area. Così come erano riusciti a fare lo scorso autunno nella zona di Kharkiv prima di riconquistare l’intera regione.

SULL’ALTRO FRONTE caldo, nei pressi di Bakhmut, ieri il presidente Zelensky si è recato in visita ai reparti per assegnare onorificenze ai militari. Quasi in contemporanea il parlamento ucraino ha ratificato la destituzione dell’ex ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, come annunciato dal presidente lunedì. Oggi l’assemblea è chiamata a esprimersi sulla candidatura di Rustem Umerov come nuovo ministro.

Il Cremlino, invece, insiste sul fallimento della manovra e continua a delegittimare il governo ucraino. Ieri il presidente Putin ha lanciato l’ennesima invettiva contro Volodymyr Zelensky definendo «disgustoso» il fatto che «un uomo di origine ebraica stia coprendo la glorificazione del nazismo» che per Putin è «l’essenza anti-umana alla base del moderno stato ucraino».

SUL CONTESTO MILITARE il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha affermato che, secondo le informazioni in suo possesso, «l’Ucraina ha perso 66mila soldati dall’inizio della controffensiva» aggiungendo che la controparte «non ha raggiunto i suoi obiettivi in nessun settore». Tuttavia, Shoigu ha riconosciuto che la zona di Zaporizhzhia è «il punto più caldo dei combattimenti» ed è in quell’area, sempre secondo il ministro, che Kiev avrebbe dislocato i reparti addestrati nei mesi scorsi dai Paesi della Nato. L’Ucraina ha definito le ricostruzioni nemiche «pura invenzione» e nega sia il bilancio dei caduti sia la presenza dei reparti speciali sul fronte sud. Intanto il New York Times ieri ha pubblicato un lungo articolo nel quale sostiene che le forze armate di Mosca siano a corto di munizioni e che il presidente Putin andrà a chiederle all’alleato nordcoreano Kim Jong-Un, diretto in Russia. Il Cremlino non ha confermato e da Washington hanno subito fatto sapere: «La Corea del Nord pagherà un prezzo se fornirà armi alla Russia».

Pyongyang, inoltre, sarebbe stata invitata da Mosca insieme alla Cina per un’esercitazione militare congiunta nel Pacifico nel prossimo futuro. Dalla Turchia, intanto, è arrivata una smentita sull’incontro tra il presidente russo e quello turco, Recep Tayyip Erdogan, alla prossima Assemblea generale dell’Onu.

DOPO L’INCONTRO di lunedì a Sochi, che si è risolto in un nulla di fatto rispetto al ripristino dell’Accordo sul grano, il presidente Erdogan ha chiarito: «La Russia ha due richieste particolari. Una riguarda il collegamento della Banca russa dell’Agricoltura al sistema Swift e la seconda riguarda l’assicurazione per le navi utilizzate nei trasporti».

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