Stavolta gli Usa hanno esagerato: il mondo si schiera contro le bombe a grappolo. Dall’Onu all’Unione europea, passando per il Canada, il coro di opposizione alla decisione del presidente statunitense Joe Biden di fornire munizioni a frammentazione all’Ucraina è stato pressoché unanime.

FONTI RUSSE parlano di «gesto disperato» e di rischio di «Armageddon» mentre il presidente Zelensky assicura che non saranno usate al di fuori del territorio ucraino.

Forse è la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina che assistiamo a un ostruzionismo così deciso dei Paesi occidentali nei confronti degli Stati uniti. L’impressione è che si sia passato il segno: non si può sostenere per decenni che le munizioni a grappolo siano un’arma disumana, tentare di bandirne addirittura la produzione e poi annunciare all’improvviso una mossa del genere.

Il presidente Biden, che ha reso ufficiale la sua decisione venerdì, scavalcando in parte le leggi stesse del Congresso, si difende dalle critiche in un’intervista alla Cnn: è stata una scelta «molto difficile», ma l’esercito ucraino «è a corto di munizioni» e ne aveva bisogno. Le organizzazioni per i diritti umani statunitensi hanno criticato duramente la mossa.

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Dal canto loro gli ucraini ringraziano. Il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov, ha spiegato: «Abbiamo principi chiave di cui sono stati informati per iscritto i partner. L’Ucraina utilizzerà queste munizioni solo per liberare i suoi territori, non saranno usate sul territorio russo ufficialmente riconosciuto ma solo nelle aree in cui si concentrano le forze armate russe, per sfondare le linee di difesa nemiche».

MA IL PUNTO è che le bombe a grappolo sono altamente imprecise e lasciano frammenti inesplosi per anni. Come si può annunciare su Twitter, come se fosse una cosa di poco conto, che verranno usate contro i russi in territorio occupato, quando il «territorio occupato» è parte dell’Ucraina?

Per quanti decenni si dovranno piangere le morti accidentali causate da questo tipo di munizioni che si andranno a sommare a quelle già provocate dall’invasione russa? Lo stesso segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, si è espresso contro l’uso di munizioni a grappolo, senza nominare gli Stati uniti.

TRA GLI STATI europei il primo a prendere parola è stata la Germania. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha assicurato che il suo paese «ha firmato la Convenzione, quindi non è un’opzione per noi» esportare tali ordigni.

Anche Parigi si è detta contraria alla decisione di Biden, così come la Spagna che ha confermato ai media tramite la ministra della Difesa, Margarita Robles: «Il nostro impegno al fianco dell’Ucraina è irremovibile, così come lo è la posizione secondo cui determinate armi, determinate bombe non possono essere consegnate in nessun caso».

Speculare la posizione del premier britannico, Rishi Sunak, per il quale Londra «è firmataria della Convenzione di Oslo che proibisce la produzione o l’uso di munizioni a grappolo e ne scoraggia l’uso».

Da Roma, il ministro della Difesa Crosetto, è sulla stessa linea: «L’Italia ha aderito alla Convenzione sulle munizioni a grappolo, che ne vieta l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio» pur sottolineando che «i russi le usano dall’inizio della guerra».

L’EX PRESIDENTE russo Medvedev ha criticato Biden scrivendo su Telegram che «forse il nonno morente ha semplicemente deciso di andarsene bellamente, provocando un Armageddon nucleare per portare con sé metà dell’umanità nell’aldilà».

Mentre l’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov, ha dichiarato: «Le bombe a grappolo sono un gesto disperato. Questa misura racconta la storia che gli Stati Uniti e i loro ’satelliti’ si sono resi conto di essere impotenti. Da qui quest’ultima follia».