L’autopsia in Colombia propende per il «suicidio» di Paciolla. Sempre che non sia stato ucciso
Il caso del volontario Onu A 90 giorni dalla morte di Mario la rivista Semana pubblica l'esito degli esami effettuati a Bogotà
Il caso del volontario Onu A 90 giorni dalla morte di Mario la rivista Semana pubblica l'esito degli esami effettuati a Bogotà
Dopo più di 90 giorni dalla morte di Mario Paciolla la rivista Semana ha reso pubblici i risultati dell’autopsia eseguita dalle autorità colombiane. La perizia fornisce alcuni dettagli circa la possibile dinamica della morte del cooperante Onu.
Sugli avambracci sono stati riscontrati 8 tagli profondi meno di 4 millimetri. Sono stati inoltre rinvenuti due coltelli, una pozza e due recipienti pieni di sangue. Alcuni campioni del sangue sono stati inviati a un laboratorio per un esame del Dna dato che una tale quantità di sangue ha fatto sorgere dubbi sulla compatibilità con le ferite riscontrate sugli arti.
Tali ferite hanno compromesso i tendini delle braccia e, secondo gli esperti tali lacerazioni difficilmente avrebbero reso Mario in grado di produrre un nodo così complesso come quello rinvenuto sul lenzuolo con cui è stato ritrovato impiccato.
L’autopsia conclude però che la causa della morte è stata l’asfissia provocata dalla compressione dei vasi sanguigni del collo durante il soffocamento e suggerisce che il cooperante si sia tolto la vita. Nel documento dell’Istituto Nazionale di Medicina Legale e Scienze Forensi si può leggere: «Se il lavoro investigativo escluderà altre circostanze relazionate alle indagini sulle modalità della morte, la stessa è compatibile con il suicidio».
Nel referto vengono menzionati anche due computer, un hard disk e due cellulari presenti nella stanza di Mario Paciolla al momento del ritrovamento del suo corpo, di cui ancora non si conosce l’ubicazione.
Nonostante i pochi dettagli che sono emersi in questi mesi le dinamiche della morte del lavoratore delle Nazioni Unite rimangono ancora impossibili da ricostruire con precisione. All’appello mancano gli esiti dell’autopsia svolta dalle autorità italiane i cui risultati parziali sembra abbiano portato all’apertura di un’indagine per omicidio da parte della Procura di Roma.
Alle due indagini ancora in corso, in Colombia e in Italia, se ne aggiunge una terza, quella interna dell’Onu, che nonostante abbia sollevato dall’immunità i propri membri in modo che potessero essere interrogati dalle autorità italiane e colombiane, continua a mantenere silenzio e discrezione sul caso.
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