In decine di migliaia sono scesi ieri in piazza Kossuth a Budapest «per una nuova Ungheria». La manifestazione, la seconda protesta di massa in meno di due settimane, è stata indetta da Péter Magyar, avvocato di 43 anni, ex funzionario del partito di Vicktor Orbán Fidesz e già marito dell’ex ministra della Giustizia Judit Varga che di recente ha lasciato la politica in quanto coinvolta nello scandalo che aveva portato alle dimissioni della presidente della Repubblica Katalin Novák dopo la grazia concessa a un uomo condannato per avere coperto abusi su minori. Oggi Magyar, un personaggio ambiguo, è in rotta di collisione con il governo ed è pronto alla scalata a partire dal movimento da lui fondato, Talpra Magyarok (Ungheresi in piedi) che non si esclude possa diventare un partito in tempo per le elezioni europee e comunali di quest’estate.

«Nel corso della storia, noi ungheresi ci siamo scrollati di dosso l’occupazione turca e l’oppressione comunista, e vinceremo anche adesso, liberandoci dalle catene dell’élite al potere degli ultimi decenni», ha detto ieri alla folla tra gli applausi calcando sul sistema di corruzione che da 20 anni attanaglia l’Ungheria.
È proprio sul tema della corruzione che Magyar sta costruendo la sua ascesa: la settimana scorsa l’avvocato ha presentato alla procura una registrazione audio dell’ex moglie che proverebbe l’occultamento di documenti da parte del governo negli atti di un processo per corruzione a carico di un ex sottosegretario. Il governo bolla Magyar come «il nuovo politico della sinistra del dollaro, ci porterebbe in guerra, lascerebbe entrare gli immigrati e scatenerebbe contro di noi la propaganda di genere».