L’Autorità nazionale palestinese vorrebbe accumulare in enormi silos – da costruire – ingenti quantità di grano, carburante e acqua per garantire scorte sufficienti per mesi alla popolazione di Cisgiordania e Gaza. Lo riferiscono fonti internazionali nei Territori occupati. Il ministero dell’economia palestinese ha cominciato a discuterne con rappresentanti dell’Onu incontrando non poche perplessità. Non sono chiari i motivi di questa decisione che non appare collegata solo alla crisi generata dal post-Covid e dalla guerra Russia-Ucraina.

Potrebbero piuttosto avere legami con il peggioramento del quadro in Cisgiordania che lascia presagire operazioni militari israeliane più vaste di quelle viste negli ultimi mesi. In sostanza l’Anp vorrebbe mettere al sicuro la popolazione di fronte alla possibilità di chiusure delle città palestinesi da parte di Israele. Da giorni nel governo Lapid, nelle forze armate e sui media israeliani si discute della «incapacità dell’Anp di lottare contro il terrorismo», di una Terza Intifada e della «necessità» di intensificare i raid notturni dell’esercito nelle città cisgiordane.

Il portale Walla due giorni fa sosteneva il fallimento dell’incontro a Ramallah tra Barbara Leaf, Assistente del segretario di Stato Usa per il Medio oriente, con i vertici dell’Anp. Mentre i palestinesi insistevano sulla necessità che Israele metta fine ai raid in Cisgiordania, Leaf ha chiesto che l’Anp sia più incisiva nelle «attività anti-terrorismo». Un esito che, avvertono gli israeliani, spingerà l’esercito a proseguire le incursioni che dall’inizio dell’anno hanno fatto decine di morti tra i palestinesi.