L’Anc non condanna Putin, Steenhuisen vola a Kiev
Sudafrica Il leader dell'opposizione si smarca dalla posizione equidistante del governo. L’Africa sempre più al centro delle manovre di Mosca, che cerca di non restare isolata
Sudafrica Il leader dell'opposizione si smarca dalla posizione equidistante del governo. L’Africa sempre più al centro delle manovre di Mosca, che cerca di non restare isolata
La guerra in Ucraina sta avendo impatti a diversi livelli sull’Africa. Quello più angosciante riguarda il rischio che l’aumento dei prezzi e una minore accessibilità al grano ucraino e russo portino al collasso realtà già in piena emergenza umanitaria, con gli effetti delle carestie potenziate dai conflitti e viceversa.
C’è poi l’aspetto più squisitamente geopolitico: la guerra ha spaccato in due un continente sui cui equilibri pesa il sempre più palpabile espansionismo economico e militare di Mosca. Al netto del protagonismo armato dei mercenari “wagneriani” attivi su diversi scenari. Nei paesi del Sahel, sconfortati dalla violenza jihadista e stanchi dell’improduttiva egemonia francese, le élite militari sono tutto fuorché isolate nel loro simpatizzare per Mosca.
Infine c’è l’uso politico interno dell’invasione russa, almeno nei paesi in cui esiste una qualche forma di dialettica democratica. Il Sudafrica per esempio non ha bisogno dei servizi dei contractor russi ma mantiene un legame forte con Mosca, memore del sostegno alla lotta anti-apartheid garantito a suo tempo dall’Urss. Il presidente Cyril Ramaphosa ha fin qui evitato di condannare Putin e il Sudafrica si è astenuto sulle risoluzioni di condanna votate all’Onu.
L’opinione pubblica non lo ha seguito più di tanto, allora il leader della Democratic Alliance, da sempre principale forza di opposizione al partito di maggioranza, quell’African National Congress che negli ultimi anni ha patito un tracollo di consensi anche per gli scandali presidenziali di Jacob Zuma, ha pensato bene di smarcarsi. John Steenhuisen in questi giorni è in Ucraina tra profughi, capi politici, sindaci, studenti. «Nell’era delle fake news e della propaganda – ha detto – è l’unico modo per capire cosa sta succedendo».
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