Ieri mattina, gli ambasciatori di Finlandia e Svezia presso la Nato, Klaus Korhonen e Axel Wernhoff, hanno presentato le domande dei rispettivi paesi al Segretario generale, Jens Stoltenberg nella sede di Bruxelles. L’ex premier socialdemocratico norvegese, salutando i diplomatici, ha affermato che «tutti gli alleati concordano sull’importanza dell’allargamento della Nato. Siamo tutti d’accordo sul fatto che dobbiamo essere uniti e siamo tutti d’accordo sul fatto che questo è un momento storico che dobbiamo cogliere».

L’adesione però non sarà immediata: la domanda avrebbe già dovuto cominciare ad essere esaminata ieri ma l’esame sarà posticipato, almeno, fino alla prossima settimana smentendo le dichiarazioni dei giorni scorsi dello stesso Stoltenberg. Il primo motivo del ritardo è dovuto all’attuale veto turco al quale nella giornata di ieri si è aggiunta la voce del presidente croato Zoran Milanovic che avrebbe minacciato di fermare l’allargamento della Nato adducendo come motivazione lo «status dei croati nella vicina Bosnia».

L’ambasciatrice degli Stati Uniti presso all’Alleanza, Julianne Smith, ha promesso che l’operazione sarà chiusa nei prossimi due mesi.

Nel concreto prima di arrivare alla vaglio dei paesi membri dell’Alleanza, sono gli stessi organismi della Nato a dover stilare un rapporto per stabilire se la Svezia e la Finlandia soddisfino i requisiti richiesti per farne parte ed, eventualmente, avanzare ulteriori richieste o proposte ai paesi richiedenti. Successivamente gli ambasciatori di Finlandia e Svezia alla Nato decideranno se sottoscrivere il protocollo di adesione.

Questa operazione potrebbe richiedere tra le due e le tre settimane. All’atto della firma tra le parti i due paesi diventano «membri invitati» con diritto di partecipare a tutte le riunioni dell’Alleanza ma senza diritto di voto. Contestualmente il protocollo viene inviato a tutti e 30 gli stati membri che dovranno ratificarlo con un voto parlamentare. Questi passaggi, normalmente, richiedono almeno sei mesi, ma tutte le parti coinvolte garantiscono tempi più rapidi sempre che i veti e le perplessità manifestate in questi giorni rientrino rapidamente. Alla fine del processo di adesione i documenti controfirmati vengono archiviati nella sede centrale della Nato a Washington e i paesi richiedenti entrano a pieno diritto nell’Alleanza.

Con l’adesione di Finlandia e Svezia nella Nato gli stati dell’Unione europea aderenti al patto atlantico passeranno da 21 a 23. A rimanere fuori dell’alleanza militare solamente Austria, Cipro, Malta e Irlanda.

Anche il nostro paese ha garantito ieri, in un incontro tra il presidente Draghi e la premier finlandese Sanna Marin, che «l’Italia appoggia con convinzione la decisione della Finlandia, così come quella della Svezia» sostenendo che «questa è la giusta risposta alla minaccia alla nostra sicurezza, a quella dei singoli Stati e collettiva di tutta l’Unione europea». «I nostri due Paesi sono e resteranno compagni di viaggio» ha concluso il premier italiano. La leader finlandese ha ringraziato per il sostegno dell’Italia spiegando che «noi abbiamo un esercito moderno e forte e la decisione di ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia rafforza tutta l’Unione europea, i paesi scandinavi e del Baltico». «La Finlandia sarà un partner affidabile della Nato e contribuirà alla sicurezza globale» ha concluso Marin.