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L’ambasciata ungherese nega che esistano le violenze neonazi

L’ambasciata ungherese nega che esistano le violenze neonazi

Il caso Attacco a Bonelli (Avs) che aveva denunciato un attacco del 2019 a un centro ebraico. Intanto Ilaria Salis chiederà i domiciliari a Budapest

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 13 febbraio 2024

Da affare diplomatico, la vicenda di Ilaria Salis sta diventando sempre più caso politico: l’ambasciata d’Ungheria, in maniera a dir poco inusuale, ha inviato una lettera ad Angelo Bonelli per smentire il leader dei Verdi, che alla Camera aveva denunciato le violenze compiute dai neonazisti a Budapest e, nello specifico, l’assalto dell’ottobre del 2019 al Centro Aurora, che si occupa di lotta alle discriminazioni, emanazione della comunità ebraica locale.

«L’ episodio da lei descritto semplicemente non è mai accaduto – scrive l’ambasciatore Ádám Kovács rivolgendosi a Bonelli -. Non è stato ricamato o enfatizzato, come ormai ci siamo quasi abituati quando si tratta di notizie sul nostro paese interpretate dalla sinistra.È semplicemente un evento che non si è mai verificato, una fake news, una ricostruzione completamente falsa in tutti i suoi dettagli forniti. Nessun episodio del genere ha mai avuto luogo nella storia recente del nostro paese». Peccato che non sia vero: la notizia dell’assalto è riportata, con tanto di foto e video, da tantissimi quotidiani, sia ungheresi sia internazionali: quel 19 ottobre una cinquantina di neonazisti è effettivamente andata al Centro Aurora, ha dato alle fiamme le bandiere arcobaleno appese all’ingresso e ha decorato i muri esterni con slogan razzisti, antisemiti e omofobi. Kovács, però, nega che tutto ciò sia mai avvenuto e, anzi, auspica (o, per meglio dire, intima) a Bonelli di ritrattare quanto affermato. Kovács, nella giornata di ieri, è tornato anche sulla vicenda Salis, sostanzialmente per invitare gli italiani a farsi gli affari propri.

«Ritengo che la palese tendenza a sminuire questi episodi gravissimi e di presentarli, in modo manipolativo, come una semplice rissa tra manifestanti sia piuttosto preoccupante – dice l’ambasciatore -. Il contrasto al pericolo fascista, pretesa già in sé discutibile nel contesto odierno di una Europa unita, pacifica e democratica, non può giustificare i comportamenti di cui è accusata e in patria già condannata in altre occasioni, Ilaria Salis». Oggi, a Milano, la Corte d’Appello tornerà a occuparsi del caso di Gabriele Marchesi, accusato di aver preso parte agli stessi attacchi di cui è accusata Ilaria Salis. L’Ungheria vorrebbe la sua consegna, ma il pg milanese Cuno Tarfusser ha già espresso il suo parere negativo sul punto, argomentandolo con un lungo elenco di dubbi sulle condizioni carcerarie di Budapest. Marchesi da novembre è agli arresti domiciliari e, a dicembre, la Corte aveva chiesto alla giustizia ungherese una serie di approfondimenti proprio sulla situazione delle sue prigioni.

La risposta, arrivata dopo due mesi, è stata giudicata da Tarfusser come inadeguata e per nulla rassicurante, da qui la conferma del suo no alla consegna. Intanto Ilaria Salis ha deciso di presentare un’istanza per chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria. «Stiamo cercando casa a Budapest», ha detto il padre, Roberto Salis.

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