Trionfa finalmente Yates tra le strade assolate di Torino, un trionfo che ci racconta quello che avrebbe potuto essere questo Giro più che quello che sarà, vista la condotta di corsa scriteriata del britannico, che un’evitabilissima caduta sull’Etna e le derivanti magagne sul Blockhaus avevano già collocato ai margini della battaglia finale per la rosa. Una maglia rosa che, dopo nove tappe assai onorate, lascia le spalle sbuffanti di Juanpe Lopez e scivola su quelle del favorito Carapaz. Per un attimo l’ufficio facce, riunito per una volta tra il tripudio di gente della Maddalena, anziché nella sede storica della pasticceria Gattullo, ci aveva illuso sentenziando a favore di Vincenzo Nibali. È stato in effetti fortissimo, Nibali nostro, ma ahinoi non il più forte.

Questi i verdetti dell’attesa tappa che, partita da Santena, già ad andatura folle aveva visto il gruppo sfrecciare verso il circuito cittadino torinese, che prevedeva la doppia, arcigna, ascesa a Superga prima e alla Maddalena poi. La fuga di giornata non fa a tempo a comporsi che, in vista delle prime asperità, è già riassorbita dal forcing degli uomini della Bora, in classifica con ben tre elementi, Hindley, Buchman e Kelderman. Quali siano le gerarchie interne lo si capisce sulle prime rampe di Superga, dove il gruppo sale a rendere omaggio agli eroi del Grande Toro, come fa il popolo granata tutti gli anni il 4 maggio: sono Kelderman e Buchman e lavorare per Hindley. L’australiano in effetti non delude, e quando mancano 35 chilometri all’arrivo, una volta isolato Carapaz da tutti i compagni di squadra, piazza il primo scatto. Risponde Carapaz, e con lui Nibali. In vista dello scollinamento è la volta di Carapaz a rendere il favore all’allegra compagnia, con uno scatto secco che pare quello giusto: in breve il vantaggio lievita a mezzo minuto. Ma non aveva fatto il conto, il campione ecuadoriano, con la verve di Nibali, Hindley a Yates, e soprattutto di Vincenzo, che morde il freno in discesa e guida una rincorsa culminata a pochi metri dall’ultimo scollinamento della Maddalena. Ma, prima dell’arrivo, è servito, a chi abbia ancora uno scampolo di gambe da far mulinare, un ultimo trampolino, salendo verso parco Nobili tra le mura delle ville signorili, e da lì Yates si invola per trionfare sul traguardo a braccia alzate.

Il circuito di Torino consegna così alle prime salite alpine, in programma da oggi, una classifica intricata, con i primi cinque – nell’ordine Carapaz, Hindley, Almeida, Landa e Pozzovivo – racchiusi in un minuto, e Nibali appostato alle loro spalle, con qualche minuto di troppo sulle spalle ma con le gambe che frullano alla pari coi migliori.