Cultura

L’”altro” 28 ottobre. Degli antifascisti di Atene

L’”altro” 28 ottobre. Degli antifascisti di AteneMussolini e i suoi generali alla vigilia dell'invasione italiana della Grecia

Anniversari I festeggiamenti greci vanno in direzione esattamente opposta ai desideri degli estremisti di destra. E questo perché quel genio del Duce, una volta convinto da Ciano di aggredire la Grecia, tanto sarebbe stata “una passeggiata”, ha scelto di scatenare l’attacco proprio nell’anniversario della Marcia su Roma

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 28 ottobre 2022

Chissà quanti postfascisti, criptofascisti, mezzo fascisti oppure fascisti tout court festeggiano più o meno discretamente l’anniversario della Marcia su Roma. Tanto più che quest’ anno hanno un motivo in più per festeggiare. 

Se per caso qualcuno di questi ammiratori di Mussolini si ritrova ad Atene il 28 ottobre avrà una piacevole sorpresa: in Grecia questo infausto anniversario è festeggiato in pompa magna, con tanto di sfilata delle scuole e delle forze armate a Piazza Syntagma, di fronte al Parlamento, di fronte alla folla plaudente. 

Cosa è successo? Forse la destra greca al governo ha finalmente deciso di gettare la maschera democratica e mostrare il suo vero volto? Per carità, Mitsotakis può governare con ministri razzisti e ultranazionalisti, ma non rinuncerà mai alla sua maschera “moderata”. Dietro il 28 Ottobre greco c’è una verità dura per il nostro turista mussoliniano: i festeggiamenti greci vanno in direzione esattamente opposta ai suoi desideri. E questo perché quel genio del Duce, una volta convinto da Ciano di aggredire la Grecia, tanto sarebbe stata “una passeggiata”, ha scelto di scatenare l’attacco proprio nell’anniversario della Marcia su Roma.

E’ questo che i greci commemorano. Il deciso e orgoglioso “Oxi”, cioè “No”, pronunciato dal dittatore greco Ioannis Metaxas, gettato giù dal letto il 28 ottobre 1940 poco prima dell’alba dall’ambasciatore italiano Emanuele Grazzi, corso per consegnare l’ultimatum del Duce che chiedeva l’ingresso delle truppe italiane sul territorio ellenico. In altre parole, si festeggia non la fine vittoriosa della guerra, ma il suo inizio. 

Soprattutto si festeggia la ferma decisione dei greci di resistere all’invasore. Le truppe fasciste presero fin da subito grandi legnate e per sette mesi non fecero altro che ritirarsi sul territorio albanese. Fino a quando i nazisti decisero finalmente di dare una mano agli alleati in difficoltà e invasero anche loro la Grecia. In sostanza, l’aggressione alla Grecia fu la prima e la più spettacolare batosta al regime fascista. Come se non bastasse, la martellata al fascismo l’aveva  data un paese piccolo e povero, governato da un dittatore apertamente filofascista ma di orientamento filo-britannico.

Il paradosso del 28 ottobre era già emerso durante i tre anni di occupazione fascista e nazista della Grecia, quando i festeggiamenti furono vietati e i cortei armati si scontrarono con i carabinieri. Questo fu alla base dell’ufficialità che ha assunto la festa dopo la liberazione. Ma contribuì anche l’impellente bisogno della destra monarchica e filofascista, che aveva collaborato con l’occupante, di darsi una parvenza patriottica nel momento in cui massacrava i partigiani comunisti che avevano liberato il paese.

L’operazione è riuscita e ora ogni ammiratore del Duce che “fece anche delle cose buone” può recarsi il 28 ottobre al centro di Atene per festeggiare insieme con i greci il triste inizio della sua tristissima fine.         

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento