Internazionale

L’allarme di Guterres: «L’oceano straripa»

L’allarme di Guterres: «L’oceano straripa»

«L’oceano sta straripando». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un nuovo allarme sulla crisi climatica, riferito in particolare al pericolo rappresentato dall’innalzamento del livello dei mari […]

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 28 agosto 2024

«L’oceano sta straripando». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un nuovo allarme sulla crisi climatica, riferito in particolare al pericolo rappresentato dall’innalzamento del livello dei mari per le isole del Pacifico. «Si tratta di una situazione folle», ha detto, aggiungendo che «l’innalzamento dei mari è una crisi creata interamente dall’umanità, una crisi che presto raggiungerà una scala quasi inimmaginabile, senza una scialuppa di salvataggio che ci riporti in salvo».

Guterres ha preso parola a Nuku’alofa, la capitale di Tonga, nel corso del Pacific Islands Forum, organizzato dai Paesi più colpiti dal fenomeno dell’aumento del livello dei mari, in vista di una sessione speciale dell’Onu che si terrà il mese prossimo. Nel suo intervento il segretario generale ha commentato i dati di alcuni report realizzati dall’Onu con l’Organizzazione meteorologica mondiale, da cui emerge che riscaldamento globale e scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai stanno provocando un peggioramento nell’innalzamento del livello dei mari. In particolare il livello del mare che lambisce Nuku’alofa tra il 1990 e il 2020 risulta aumentato di 21 centimetri, il doppio della media globale di 10 centimetri. Apia, capitale di Samoa, ha visto un aumento di ben 31 centimetri, mentre Suva, capitale delle Figi, ne ha registrati 29. Dati che secondo il segretario generale «mettono le isole del Pacifico in grave pericolo». Guterres ha sottolineato infatti che «circa il 90% della popolazione della regione vive entro 5 chilometri dalle coste».

Come cambiare lo stato delle cose? «Il piano di sopravvivenza per il nostro pianeta è semplice: stabilire una giusta transizione per l’abbandono dei combustibili fossili, responsabili dell’85% delle emissioni di gas serra».

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