L’Africa è molto meglio di quella della Giornata dell’Africa
Africa In occasione della Giornata dell'Africa 2019, evento ricorrente il 25 maggio per l'anniversario della fondazione dell'Unione Africana (UA), si sono tenute ieri le celebrazioni diplomatiche alla Farnesina
Africa In occasione della Giornata dell'Africa 2019, evento ricorrente il 25 maggio per l'anniversario della fondazione dell'Unione Africana (UA), si sono tenute ieri le celebrazioni diplomatiche alla Farnesina
In occasione della Giornata dell’Africa 2019, evento ricorrente il 25 maggio per l’anniversario della fondazione dell’Unione Africana (UA), si sono tenute ieri le celebrazioni diplomatiche alla Farnesina. Alto il profilo istituzionale, con il messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella e gli interventi del viceministro Del Re e della delegata ministeriale della donna, della solidarietà nazionale, della famiglia e dell’azione umanitaria del Burkina Faso.
La Giornata è stata celebrata con due pesi massimi della diplomazia africana in Italia, il decano del corpo diplomatico africano Cecilia Obono Ndong, ambasciatrice della Guinea Equatoriale, e Hisham Mohamed Moustafa Badr, ambasciatore d’Egitto in rappresentanza dell’UA. La prima è nipote di Teodoro Obiang, il dittatore più longevo d’Africa, ex-compagna di Crisantos Obama Ondo, braccio destro del vice-presidente cleptocrate Teodorin Nguema ed ex-ambasciatore presso la FAO, destituito in seguito ad alcune minacce a un giornalista italiano e accuse complottiste all’opposizione politica in Guinea; il Paese, negli ultimi anni, è stato più volte citato per le violazioni dei diritti umani, li prigionieri di coscienza e i trattamenti inumani inflitti a diverse persone, come Roberto Berardi, Fabio e Filippo Galassi. La posizione dell’ambasciata guineana è stata stigmatizzata per le false promesse e le bugie raccontate non solo alle famiglie degli ex-detenuti (grazie alla scorta mediatica tutti sono tornati in Italia e cercano giustizia) ma anche alle istituzioni italiane.
Dopo la Ndong, al primo intervento da decano del corpo diplomatico africano, ha parlato l’egiziano Badr. Due interventi dovuti per il ruolo istituzionale dei due ma sicuramente stridenti per i trascorsi umanitari e non solo che questi Paesi hanno con l’Italia: i casi Berardi e Galassi con la Guinea e il caso Regeni con l’Egitto, come anche la tutela dello stato di diritto nelle due nazioni africane, sono vicende da non dimenticare. «Dopo che uno dei cinque funzionari egiziani indagati dalla procura di Roma per sequestro di persona ha rivelato […] le proprie responsabilità, è fondamentale che le autorità del Cairo accettino le richieste dei magistrati romani che, da tempo, chiedono di poter interrogare costui e gli altri quattro indagati.
Il governo italiano non può restare a guardare […] questo è il momento di una possibile svolta, in cui va esercitata grande pressione politica sul governo del Cairo» ha dichiarato al manifesto il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury. Oggi l’Africa, sia in diplomazia che in politica, sa esprimere grandi visioni e grandi personalità e il non dargli la dovuta visibilità in queste occasioni nutre una narrazione che distorce la realtà, quella di un continente che offre al mondo un potenziale enorme dal punto di vista politico, economico e sociale. Sentire citare la lungimiranza di un noto dittatore, Teodoro Obiang, in occasione della Giornata dell’Africa nell’anno 2019 non è certamente il meglio che il continente può oggi esprimere.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento