Una bambina nasce con un segno rosso sul volto e quello che un tempo sarebbe stato riconosciuto come un sigillo demoniaco o, almeno, una voglia di implicita perversione, negli anni ottanta del secolo scorso in cui è ambientato La vita accanto passerebbe per una imperfezione tranquillamente trascurabile. Per tutti è così, tranne che per la madre Maria (Valentina Bellè) che focalizza sull’angioma della figlia tutte le sue nevrosi e allestisce a beneficio della piccola Rebecca un piccolo inferno domestico fatto di immotivate paure e di esplosioni d’amore mal indirizzate. Alla base di tutto c’è una radicata inadeguatezza alla maternità –...