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La tragedia del tycoon sulle prime pagine brit

Un frame del video che cattura il momento del naufragio del veliero Bayesian a Porticello (Palermo), immortalato dalla telecamera di sorveglianza di un club velico locale, 20 agosto 2024Un frame del video che cattura il momento del naufragio del veliero Bayesian a Porticello (Palermo), immortalato dalla telecamera di sorveglianza di un club velico locale, 20 agosto 2024

L'eco mediatica Ricostruzioni, analisi e perfino la sfumatura fatalista, su tabloid e "quality papers"

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 21 agosto 2024

La tragedia – climatica? Evidentemente! – che ha travolto un pezzetto di capitalismo finanziario britannico a neanche un chilometro dalla costa palermitana campeggia su tutti i giornali delle isole, tabloid e “quality papers” compresi. Le prime pagine sono tappezzate della notizia che il “tycoon” (non oligarca) informatico britannico Mike Lynch e sua figlia di 18 anni sono tra le sei persone scomparse dopo che il di lui fantayacht (56 m) di fabbricazione italiana è affondato al largo delle coste della Sicilia. «Tycoon scomparso nello yacht dell’orrore», grida Metro. Speculare la prima pagina del Daily Mirror, che apre con la storia dell’ospite/passeggera del natante, Charlotte Golunski, che ha salvato la vita della figlia piccola mentre il «Bayesian» affondava nel giro di minuti. La 36enne ha detto di averla persa brevemente di vista, ma poi è riuscita ad afferrarla e a tenerla a galla «con tutte le mie forze».

Per il Daily Telegraph Lynch è temuto morto; il giornale si sofferma sul fatto che il viaggio fosse per celebrare la fine di una «battaglia legale». In realtà, l’uomo stava festeggiando con altri happy few la propria assoluzione dall’accusa di frode, come gli ha confermato Lin Ronald, la madre un’altra passeggera la cui figlia era a bordo ed è sopravvissuta. «Il Bill Gates britannico» era stato insignito di un OBE per i servizi alle imprese nel 2006 – a giugno veniva assolto dall’accusa di aver intascato nove miliardi scarsi di sterline avendo venduto alla Hewlett Packard il gigante del software Autonomy, da lui fondato nel 1996 e andato subito dopo la transazione a gambe per aria. Accusa per la quale Lynch aveva trascorso oltre un anno agli arresti domiciliari. Proprio su questa vittoria nell’aver riabilitato il proprio nome si sofferma – forse non del tutto imprevedibilmente – il Financial Times, che definisce Lynch un «baron della tecnologia vendicato». Dopo il verdetto Lynch si era detto «euforico», non vedeva «l’ora di tornare nel Regno Unito e a ciò che amo di più: la mia famiglia e innovare nel mio campo».

Il Times reca invece una foto di Jonathan Bloomer, il presidente britannico della Morgan Stanley International, anch’egli sullo yacht e scomparso con la moglie. Riferisce inoltre che il governo ha inviato quattro ispettori della sicurezza marittima a Palermo per effettuare una prima valutazione sul naufragio. Infine, sempre sul FT, il cui staff e readership non sono proprio disavvezzi agli aperitivi sui ponti/li di cedro del Libano, si specula sul fatto che l’albero in alluminio del natante, il più alto del mondo, potrebbe essere stato indiretto responsabile della catastrofe avendo reso lo scafo più vulnerabile all’indicibile violenza del mini tifone. C’è altresì una sfumatura gialla e fatalista della vicenda: la morte quasi contemporanea del coimputato di Lynch al processo per la vendita di Autonomy. Stephen Chamberlain era scomparso nel weekend dopo essere stato investito da un’auto mentre correva nel Cambridgeshire.

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