La strada in salita del negoziato Psoe-Podemos
Spagna Riprendono i colloqui, ma Sánchez sembra non voler cedere. Il 23 ultimo giorno utile per un accordo. Le elezioni si avvicinano
Spagna Riprendono i colloqui, ma Sánchez sembra non voler cedere. Il 23 ultimo giorno utile per un accordo. Le elezioni si avvicinano
Dopo cinque settimane di ostentato disinteresse, il Psoe ha finalmente deciso di far finta di riprendere i negoziati con Unidas Podemos. La mancata investitura di luglio per i socialisti è stato un vulnus insanabile: da allora hanno messo in chiaro che non parleranno mai più di coalizione con gli ingrati potenziali soci. Podemos continuava invece a chiedere di tornare a sedersi a parlare, implorando il Psoe di non ridursi di nuovo alle ultime ore, inviando un documento di proposte e chiedendo addirittura di ripartire dall’ultima proposta socialista che ora Podemos dice di poter accettare con qualche piccola modifica sulle competenze (una vicepresidenza sociale e tre ministeri). Niente da fare, da Sánchez e dai suoi solo eloquenti silenzi.
Fino a martedì, quando lo stesso presidente del governo ha annunciato urbi et orbi 370 misure che chiedeva ai viola di appoggiare, senza entrare nel governo. Al massimo, ha spiegato, proporrà a esponenti vicini ai viola meccanismi di controllo dell’esecuzione del programma e qualche strapuntino: presidenze di qualche ente e organismo di controllo.
Il tempo stringe: entro il 23 deve esserci l’investitura, altrimenti scattano le elezioni. Il clima sembra preparare più elezioni che accordi: i viola sanno che la croce sarà gettata loro addosso, ma non è detto che i socialisti ne uscirebbero avvantaggiati.
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