I settant’anni del regno di Elisabetta II hanno coinciso con una fase di grandi stravolgimenti nei rapporti tra Regno Unito e Irlanda. La futura regina nacque a soli 5 anni dalla Partition, ovvero dalla divisione in due dell’isola d’Irlanda, con la conseguente nascita dello stato protestante del Nord tuttora sotto l’egida britannica. Al momento dell’ascesa al trono, nel 1952, si trovò a fronteggiare una situazione di rapporti bilaterali ancora assai precari.

LO STATO LIBERO D’IRLANDA nato dopo la guerra d’indipendenza (1919-1921) – il passaggio a Repubblica sarebbe avvenuto soltanto nel 1949 – aveva mantenuto la neutralità durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre il Regno Unito era stato in prima linea; e negli anni del conflitto era maturato in Irlanda un forte sentimento antibritannico destinato a strutturarsi nei decenni successivi, soprattutto durante il periodo di presidenza di Èamon De Valera (1959-1973), il capo dell’Ira durante la guerra d’Indipendenza.

All’atto dell’incoronazione di Elisabetta, la Repubblica d’Irlanda aveva dunque già tre anni, sebbene la sua Costituzione fosse stata approvata dodici anni prima, nel 1937, in sostituzione di quella del 1922, relativa all’Irish Free State.

I SUOI PRIMI ANNI di regno furono abbastanza caldi sul fronte irlandese. Le attività dell’Ira erano tanto frequenti e mirate, quanto spesso inefficaci. Si ricordano ancora con l’amaro in bocca, in Irlanda, i sei anni di attentati contro postazioni localizzate sul confine tra Nord e Sud – la cosiddetta Border Campaign. Si trattò di una campagna che portò infatti pochi risultati reali e aprì la strada alla ristrutturazione in senso marxista rivoluzionario dell’organizzazione repubblicana, avvenuta a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

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Allora, in concomitanza con le lotte per i diritti civili in Irlanda del Nord, un’Ira militarmente riformata e messa ideologicamente a punto avrebbe iniziato a condurre azioni precise e più efficaci, alcune delle quali ebbero come obiettivo proprio la famiglia reale. Risale al luglio del 1979 l’assassinio di un congiunto della regina, Lord Louis Mounbatten, bisnipote della Regina Vittoria e cugino di Elisabetta. L’omicidio avvenne nel Castello di Classibawn, nella contea di Sligo in Irlanda, dove il nobile era in vacanza con i familiari.

DA QUALCHE MESE era stata eletta a primo ministro britannico Margaret Thatcher, la lady di ferro il cui ricordo fa ancora accapponare la pelle in Irlanda. Fu lei infatti ad implementare negli anni a seguire una durissima repressione del repubblicanesimo irlandese il cui culmine furono le morti a seguito dello sciopero della fame, nel 1981, di Bobby Sands e compagni nel carcere di Belfast. La regina Elisabetta avrebbe assistito all’escalation paramilitare degli anni seguenti, che videro in Irlanda del Nord ma anche sul suolo dell’isola maggiore, innumerevoli morti ed episodi di violenza.

Il suo regno abbraccia però anche gli anni del lunghissimo processo di pace, conclusosi con gli accordi del Venerdì Santo del 1998, ma interrotto a più riprese da attentati assai eclatanti. Uno tra tutti quello del 1996 nel cuore dei Docks di Londra, a Canary Wharf.

NEGLI ANNI SUCCESSIVI, il suo ruolo fu di sostenere in vario modo, anche mediaticamente, tentativi di pacificazione. Ne sono il simbolo le tante visite in Irlanda del Nord in occasione del giorno dell’incoronazione o dei giubilei.

Ha poi negli ultimi decenni intrattenuto rapporti cordiali con i capi di stato irlandesi, dapprima con le presidenti d’Irlanda Mary Robinson e Mary McAleese, poi con Michael D. Higgins. Fu Mary McAleese, nel 2011, a invitarla assieme al marito, il principe Filippo, per la prima visita di stato di reali britannici a Dublino in cento anni. Quella precedente risaliva al tour di Giorgio I, suo nonno, nel 1911, quando l’isola era ancora integralmente parte del Regno Unito. Nel 2014, Elisabetta ha ricambiato l’ospitalità ricevuta accogliendo nel castello di Windsor l’attuale presidente Michael D. Higgins e sua moglie Sabina. Entrambi gli eventi hanno attirato tutta una serie di polemiche e mal di pancia in ambienti repubblicani che non hanno mai digerito del tutto questi segnali di distensione.

NEL 2021 è sembrato che i rapporti tra la presidenza irlandese e la casa reale britannica subissero uno scossone in occasione delle celebrazioni del centenario della Partition, celebrazioni che si sarebbero tenute in Irlanda del Nord alla presenza di esponenti religiosi e a cui erano stati invitati entrambi i capi di stato. Il presidente Higgins per primo ha annunciato che non avrebbe presenziato e in seguito anche la regina ha addotto motivazioni di salute personale per la sua prevista mancata partecipazione.