Trenta ore fermi in alto mare, con i governi di Italia e Malta a rimpallarsi le responsabilità sull’approdo per la nave Aquarius di Sos Mediterranee con 629 migranti. A bordo il personale della Ong, incredulo. Trattative interminabili, i viveri che cominciano a scarseggiare. Gli appelli della comunità internazionale si moltiplicano: l’Onu, i commissari Ue, Berlino. Nella nave ci sono 11 bambini, sette donne in gravidanza violentate nei campi di prigionia in Libia, 123 minori non accompagnati, 15 ustionati, oltre a parecchi migranti con sintomi di ipotermia. MARCO BERTOTTO, responsabile advocasy di Msf, fa sapere che «buona parte del ponte, dove...